Così la mafia nigeriana ha prosperato e dettato legge dal 2015 a Reggio Emilia

2 Mar 2022 16:39 - di Paolo Lami

C’era una guerra in corso fra i clan della mafia nigeriana che prosperavano in Emilia.

Lo ha scoperto la polizia che ha ricostruito lo scontro tra gruppi di appartenenti alla mafia nigeriana chiudendo poi il cerchio con un’operazione che ha portato a 10 misure cautelari e 15 perquisizioni a carico di venticinque cittadini nigeriani, gravemente indiziati di associazione a delinquere di stampo mafioso e reati aggravati dal metodo mafioso.

L’attività di indagine ha consentito di ricostruire, la presenza e l’operatività, a Reggio Emilia, fin dal 2015, della mafia nigeriana.

I contrasti tra ‘cults‘ hanno portato, ad esempio, ad una violentissima rissa scoppiata all’esterno della stazione ferroviaria. E, in successione, ad altri fatti analoghi negli anni seguenti.

Tutti episodi che avevano suscitato notevole allarme sociale, con scontri tra opposte fazioni e feriti nel complesso industriale dismesso delle ex-officine Reggiane.

In particolare, nel corso del 2018, nell’ambito di un’indagine su un traffico di stupefacenti, coordinata dalla Procura di Reggio Emilia, conclusasi con 24 arresti e il sequestro di 110 chilogrammi di marijuana e 300 grammi di cocaina, è emerso lo scontro fra fazioni opposte della mafia nigeriana, culminato con violente aggressioni e accoltellamenti tra due gruppi di nigeriani appartenenti a due Cults contrapposti.

Da li poi il fascicolo d’indagine è stato trasmesso alla Procura di Bologna.

“Anche in questo caso, è stato rilevato un possibile rischio di infiltrazione e radicamento delle associazioni a delinquere di stampo mafioso, in particolare in un zona molto sensibile della città, sottoposta a continui controlli, quale quella della stazione ferroviaria storica e delle ex-officine Reggiane – ha spiegato il questore di Reggio Emilia, Giuseppe Ferrari – pertanto, di concerto con l’Autorità giudiziaria, circondariale e distrettuale, la Questura si è mossa secondo un duplice binario, perseguendo un primo obiettivo, di breve-medio periodo, ovvero quello di monitorare e reprimere, con arresti in flagranza ed esecuzioni di misure emesse per reati fine, la criminalità di matrice nigeriana, onde evitarne il radicamento; ed un secondo obiettivo strategico, ovvero quello di ricostruire, pazientemente, l’organizzazione criminale nigeriana, al fine di documentarne l’operatività e la struttura, che il giudice per le indagini preliminari, allo stato in via cautelare, ha ritenuto avere i connotati della associazione a delinquere di stampo mafioso.

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