Cassazione senza pace: nuovo ricorso contro la nomina di Curzio e Cassano. Ma il Csm si oppone

16 Mar 2022 20:44 - di Redazione
Csm

Magistratura senza pace. Nuovo ricorso al Consiglio di Stato del presidente di sezione della Cassazione, Angelo Spirito. Anche questa volta contro la conferma ai vertici della Suprema Corte del primo presidente, Pietro Curzio, e dell’aggiunto Margherita Cassano. Si tratta di una vicenda quanto mai tormentata. Come infatti si ricorderà, il Consiglio di Stato aveva disposto l’annullamento delle due nomine. Una sentenza irrevocabile e da eseguire immediatamente, ma che invece si scontrò contro il niet opposto il 20 gennaio scorso dal Consiglio superiore della magistratura (Csm) che ne fece coriandoli.

Il Csm ha già dato mandato all’Avvocatura di Stato

Ora nuovo ricorso e nuova decisione del Csm di costituirsi in giudizio. Proprio poche ore fa, infatti, il plenum ha approvato a maggioranza una delibera che dà mandato all’Avvocatura dello Stato di chiedere il rigetto del ricorso. La conferma delle due nomine era avvenuta a ridosso della cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario, a stretto giro rispetto alla pronuncia dei giudici amministrativi. Ora Spirito, che aveva concorso per quegli stessi incarichi, sostiene nel suo nuovo ricorso che la delibera dello scorso gennaio sia «elusiva del giudicato» del Consiglio di Stato.

Il silenzio di Mattarella

Difficile dargli torto. In nessun Paese al mondo, all’organo di autogoverno dei giudici viene in mente di ridurre a carta straccia la sentenza inappellabile della magistratura amministrativa. È il motivo per cui molti immaginavano che il presidente della Repubblica (e del Csm) levasse la sua voce rispetto ad un contenzioso tra toghe che rischia di gettare ulteriore discredito sulla già bistrattata giustizia italiana. Così invece non è stato. Anzi, fu lo stesso Mattarella a presiedere la riunione del Csm che vanificava la sentenza dei giudici di Palazzo Spada. Si credette allora che la presenza del presidente della Repubblica avesse definitivamente ri-legittimato le nomine di Curzio e della Cassano ai vertici della Cassazione. Il nuovo ricorso di Spirito ci dice che non è così.

 

 

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