Caso Feltrinelli, Feltri: “La sinistra non cambia mai, esalta un bombarolo, ieri come oggi”

17 Mar 2022 15:02 - di Gabriele Alberti
Feltri Feltrinelli

Vittorio Feltri ha dedicato un editoriale a Giangiacomo Feltrinelli, ricordato per i cinquant’anni dalla morte con peana e articoli agiografici. Il direttore editoriale di Libero riconosce il fiuto di editore dell’uomo che ha editato “libri di buon successo, tipo Il dottor Zivago di Pasternak”. Ma alla sua manieria, fuori dal coro, delinea alcuni aspetti tutt’oggi oscuri che con onestà anche la sinistra acritica dovrebbe riconsiderare.  “Si dilettava nell’organizzare una rivoluzione comunista casareccia. E fu durante una sua azione scellerata contro l’odiato capitalismo, di cui egli era comunque un esponente di spicco, che tirò le cuoia. Si arrampicò non si sa come su un traliccio di Segrate e nel tentativo di abbatterlo per protestare si ignora contro chi, nella esplosione rimase secco“.

Feltri: “Feltrinelli bombarolo improvvisato”

All’epoca – rievoca nell’articolo Feltri- cronisti, polizia e carabinieri nell’indagine sulle cause che avevano portato al decesso dell’imprenditore, “nessuno sospettò che il capitalista volesse compiere un attentato tanto cretino”. Continua il suo giudizio fuori dai denti. “Però le indagini confermarono che l’editore, improvvisatosi bombarolo della mutua, a causa della propria imperizia quale terrorista, era rimasto vittima della medesima. Una sorta di suicidio in differita. Nessuno ha mai capito perché un uomo della sua fama, dotato di un reddito invidiabile, si sia arrampicato sul citato traliccio con l’intento di abbatterlo senza una ragione di qualche rilievo. Vero che a quei tempi – prosegue Feltri- c’erano in giro più comunisti che passanti: la moda rossa aveva conquistato milioni di persone che sognavano di istituire in Italia un regime di genere sovietico. Ma nessuno poteva immaginare che un imprenditore quale Feltrinelli potesse arruolarsi nelle file dei terroristi“.

L’ipotesi dell’assassinio di Feltrinelli: “Fantasia”

Il suo fu un gesto sicuramente scellerato, poi sottovalutato e addirittutra esaltato. Ci fu chi definì il suo gesto un “assalto al cielo”, addirittura. Con onestà intellettuale si dovrebbe avere il coraggio di esplorare tutte le sfaccettature dei personaggi. Invece, la sinistra è in festa nel ricordarlo senza rileggerne i lati più inquetanti. Oggi come ieri.  “Molta gente all’epoca, data la moda comunista, apprezzò l’iniziativa del famoso personaggio. Il popolo in pratica alimentò la tesi che l’editore fosse stato assassinato. Da chi e perché? Nessuno lo spiegò per il semplice fatto che l’ipotesi dell’assassinio era una semplice fantasia“. Anche oggi, dopo 50 anni sarebbe il caso di considerarlo un “cattivo maestro” superando agiografie fuori tempio e fuori dalla storia. “Erano note le sue simpatie per il proletariato organizzato, e questo bastò per giustificare il suo gesto che definire folle significa usare un eufemismo. Mezzo secolo fa il comunismo era una sorta di religione che affascinava molti cittadini, compresi i campioni del capitalismo“.

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