Guerra, Tremonti sferza il G7: «Invece di pensare all’Ucraina, si occupava dell’uguaglianza gender»

28 Feb 2022 9:30 - di Valerio Falerni
Tremonti

È fulminante (come solo lui sa essere) Giulio Tremonti nel marcare la distanza tra «i Grandi del mondo» e le drammatiche sfide poste dall’attualità: «Sembrano turisti della storia», risponde in un’intervista alla Verità. E spiega: «Legga il communiqué finale del G7 del 13 giugno –  -: ci sono due piccoli paragrafi su Russia e Ucraina, e pagine intere sulla gender equality (…)». Incontestabile: oggi grondiamo preoccupazione e indignazione per l’Ucraina nelle grinfie dell’Orso russo, ma le premesse dell’aggressione odierna era ben chiare da anni. Solo che il mondo, soprattutto l’Unione europea, preferita voltarsi dall’altra parte, quella che preferisce e cioè il bla bla bla dei grandi principi che restano tale solo sulla carta.

Tremonti intervistato dalla Verità

«Più della richiesta di entrare nella Nato – ricorda Tremonti -, il fattore che ha innescato la crisi risale al 2014, quando l’Ucraina non stipula l’accordo doganale con la Russia, ma avvia una trattativa per un accordo commerciale con l’Unione Europea». In poche parole, i prodromi della guerra attuale c’erano già otto ani fa. Peccato che i Grandi del mondo non se ne siano accorti. Ma non è stato sempre così perché c’è stato un tempo in cui si pensò di aiutare la Russia, riemersa dal caos e dalla miseria degli anni ’90, ad avvicinarsi all’Occidente. «È la fase politica di Bush, di Berlusconi, della visione dell’Europa “dall’Atlantico agli Urali“, quella di De Gaule e di Wojtyla», rivendica oggi Tremonti.

«Manca lo spirito di Pratica di Mare»

È la stessa visione che Berlusconi  evoca spesso come «lo spirito di Pratica di Mare» immortalato nella foto che vede l‘ex-premier italiano tra Bush e Putin che si stringono la mano. Uno spirito che oggi si è dissolto per lasciare spazio all’incubo dei bombardamenti e della minaccia nucleare. È come se, rivendicando il proprio “spazio vitale” a danno dell’Ucraina Putin avesse voluto riportare il mondo coi piedi per terra. Uno choc soprattutto per la Ue, in tutt’altre faccende affaccendata e sempre in ritardo sulla storia. Fu così, ricorda Tremonti, anche in occasione della Brexit: Londra ci faceva bye bye e Bruxelles replicava con la direttiva toilette flushing che omologava  bidet e cessi nelle case degli europei.

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