Col vishing gli squali delle truffe ci prosciugano il conto: occhio alla telefonata dalla banca

18 Feb 2022 15:11 - di Redazione
vishing

Che cos’è il vishing? Una tecnica per truffare chi ha un conto in banca e incautamente risponde a una telefonata-trappola. E’ stata la stessa Bankitalia a mettere in guardia gli utenti da questi stratagemmi escogitati per prosciugare i nostri conti correnti. L’istituto ricorda infatti che è bene conoscere le tipologie di truffa per riconoscerle nel momento in cui arrivano. Le truffe si differenziano solitamente in base al mezzo, spesso camuffato in modo certosino tanto da somigliare ai contatti dell’istituto stesso. “I contatti possono avvenire via email (phishing) e/o via sms (smishing) o telefonate (vishing) che, grazie a tecniche di contraffazione dell’identità dell’utente o dei dispositivi usati (spooding) spesso sembrano provenire dalle rispettive banche” scrive Il Sole 24 Ore.

La nuova frontiera della truffa 2.0 è appunto il vishing: arriva una telefonata e, se si risponde, dall’altra parte vi dicono che vi chiamano da parte della banca e vi chiedono un codice di sicurezza inviato via sms per attivare una procedura di sicurezza. Se ci cascate, in pochi secondi il vostro conto va in fumo. Come difendersi? Mai comunicare via telefono con la banca.

Konsumer Italia, riferisce Libero, un’associazione a difesa dei diritti di consumatori e utenti, ha portato alla luce un episodio emblematico che ha fatto drizzare le antenne pure alla Banca d’Italia. Un’azienda di Roma ha perso in un baleno 59.000 euro. E proprio a causa del vishing. Ecco com’è andata: “L’amministratrice si presenta nella filiale dell’istituto bancario in cui ha il conto per effettuare la procedura di autenticazione forte, prevista dalla direttiva europea, e le viene quindi fatta scaricare l’applicazione ufficiale per l’home banking. Fornisce inoltre allo sportello il proprio numero di cellulare per ricevere le password con cui autorizzare le operazioni. Lo hanno fatto tutti, non c’è ovviamente di che preoccuparsi. Poi, però, si inseriscono i truffatori. La signora riceve due sms, il mittente pare proprio essere la banca in questione: uno riporta un codice di sicurezza, l’altro un link per verificare i dati. La chiamano per chiederle un’intervista sulla qualità del servizio ricevuto in banca. Di nuovo, un altro sms e un’altra chiamata. Le chiedono di scaricare una nuova app e di cancellare quella installata poco prima in filiale. Tutto per evitare eventuali frodi… Ed eccola, la vera frode: il giorno dopo dal conto mancano la bellezza di 59.000 euro”.

 

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