Caso Amara, la Procura di Brescia: condannare il pm Storari per aver passato i verbali a Davigo

17 Feb 2022 13:56 - di Paolo Lami
PIETRO_AMARA

La Procura di Brescia, che indaga per competenza territoriale sui magistrati milanesi nell’ambito del caso Amara, l’ex-consulente legale dell’Eni finito in carcere e diventato una mina vagante per le sue dichiarazioni contraddittorie, chiede di condannare a sei mesi il pm di Milano, Paolo Storari.

Storari è imputato per rivelazione del segreto d’ufficio per aver consegnato, nell’aprile 2020, all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo, alcuni verbali segreti sulla presunta loggia Ungheria, cioè una sorta di “camera di compensazione” per decidere, secondo quanto raccontato da Amara, assegnazione di posti di potere, promozioni e carriere.

E, dunque, la richiesta pronunciata dai pm di Brescia Donato Greco e Francesco Milanesi nell’udienza con rito abbreviato che si celebra a porte chiuse è appunto quella di condannare il magistrato di Milano, Storari, che si rivolse a Davigo consegnandogli copia dei verbali di Amara in quanto riteneva che i suoi superiori gerarchici non volessero procedere nei confronti delle persone, soprattutto magistrati, accusati dall’ex-consulente legale dell’Eni.

Per i rappresentanti della pubblica accusa il sostituto procuratore milanese Storari, che con la sua condotta potrebbe aver leso l’immagine della magistratura, non avrebbe rispettato il vincolo di riservatezza.

E, dunque, “violando i doveri inerenti alle funzioni rivestite rivelava notizie di ufficio che dovevano rimanere segrete, rivelava il contenuto di atti coperti dal segreto istruttorio“, consegnando a Davigo, copia in formato word dei verbali di cinque interrogatori (tra il dicembre 2019 e il gennaio 2020) resi dall’avvocato Piero Amara, persona sottoposta a indagine, nel procedimento su una presunta loggia segreta di cui avrebbero fatto parte magistrati e varie personalità. Molti di loro hanno poi denunciato Amara respingendo le accuse formulate nel corso degli interrogatori dall’avvocato utilizzato da alcuni magistrati milanesi. Ora la parola passa alla difesa di Storari.

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