Caro energia, il blocco dei tir paralizza la penisola. Molisana ferma la produzione: “Altre aziende ci seguiranno”

24 Feb 2022 13:58 - di Davide Ventola
tir blocco

Aumentano in tutta Italia gli autotrasportatori che hanno aderito al fermo collettivo del settore privato per protestare contro il caro carburanti. Il blocco dei tir è in atto dalla Calabria alla Puglia e alla Campania, fino al porto di Ravenna. Si moltiplicano sulle strade d’Italia le adesioni dei camionisti al fermo dei tir, con la conseguenza di penalizzare pesantemente il settore dell’autotrasporto.

La Molisana ferma la produzione di pasta

Una protesta che ha provocato un effetto a catena. «La produzione sarà sospesa da oggi perché La Molisana affianca lo sciopero degli autotrasportatori» contro il caro-carburante, precisando che il colosso della pasta, non è ancora stabilita una data per la ripresa della produzione. Uno stop alla produzione che non è isolato. Anche altre aziende si stanno comportando di conseguenza. “Non saremo gli unici a farlo”, avverte lo storico pastificio di Campobasso. E come se non bastasse, in tutto questo i venti di guerra in Ucraina fanno schizzare il prezzo del grano in alto come mai da 9 anni a questa parte. Federdistribuzione è infatti preoccupata: «C’è il rischio di forti ricadute sull’approvvigionamento della rete di punti vendita della distribuzione a livello locale, e non solo. Un problema che interessa in particolar modo i prodotti freschi, come frutta e verdura, che si deteriorano facilmente». 

In Basilicata la situazione è particolarmente critica. Presidi sono in atto anche oggi in stazioni di servizio e zone industriali e su alcune delle strade principali della regioni come la statale 106 Jonica in provincia di Matera e le statali 655 e 658, nella zona di Melfi, e 407 Basentana in prossimità di Potenza. Non ci sono blocchi alla circolazione stradale ma nel caso di incolonnamenti e tir in marcia a passo d’uomo possono esserci rallentamenti.

Vito Bardi sul blocco dei tir: “Intervenga il governo”

Questa mattina il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha incontrato gli autotrasportatori che sono in presidio a oltranza, sia di giorno che di notte, in una stazione di servizio a Melfi. Il governatore lucano ha espresso la vicinanza della Regione perché gli autotrasportatori sono ”ingiustamente penalizzati dal caro carburante, che purtroppo, con la guerra in Ucraina, è destinato anche ad aggravarsi”. Come già fatto ieri, ha quindi nuovamente rivolto un appello al Governo per misure risolutive. ”Il Governo agisca in fretta – ha detto Bardi – si rischia di danneggiare l’economia di tutta la Basilicata”.

“Il blocco dei tir sta facendo peggiorare la situazione dell’agricoltura siciliana di ora in ora”. Lo denuncia Coldiretti Sicilia in riferimento allo stop del trasporto gommato che dura ormai da giorni. “In questo momento siamo in piena campagna agrumicola – aggiunge -. Significa che c’è il lavoro di un intero anno di migliaia di persone che sarà buttato non solo perché è bloccato nell’Isola, ma soprattutto perché stanno fioccando le disdette di ordini che vengono siglati con Paesi esteri. In parole povere sugli scaffali della grande distribuzione organizzata non ci sarà un agrume siciliano compreso il famoso Limone Interdonato così come gli ortaggi tra cui il pomodoro di Pachino”.

”Puglia paralizzata dal blocco dei tir con navi merci di grano e mais che ripartono dal porto di Bari senza aver scaricato, mentre intere pedane di ortaggi, funghi, fiori e frutta stipate da ore nei camion sono da già da buttare per il blocco della catena della distribuzione alimentare”. Così la Coldiretti Puglia, sulla protesta degli autotrasportatori, che in Puglia sono fermi o in presidio per il caro-carburanti già da quattro giorni.

Secondo Coldiretti ”resta un’autonomia di 5 giorni nelle stalle per l’alimentazione degli animali poi le scorte di mais saranno esaurite.

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