Addio a Paolo Graziosi, l’attore è morto di Covid. Aveva in passato sconfitto il cancro

1 Feb 2022 15:29 - di Redazione
Graziosi

L’attore Paolo Graziosi, versatile interprete di cinema e tv, grande protagonista del teatro, è morto martedì all’ospedale San Bortolo di Vicenza all’età di 82 anni. Lo rende noto la famiglia tramite l’Adnkronos: “i famigliari vogliono omaggiare l’artista insieme a tutte le persone che lo hanno conosciuto e amato”. Si è spento alle 7.58: ha combattuto e vinto una lunga battaglia contro il cancro ma è stato infine sconfitto dal Covid. Lascia la moglie Elisabetta Arosio, la figlia Viola, nota attrice teatrale, e il figlio Davide.

Amato dai grandi registi

Molto amato dai grandi registi per film autoriali, da Marco Bellocchio a Francesco Rosi, da Liliana Cavani a Luigi Comencini, la sua ultima interpretazione è stata nel film “Tre piani” (2021) di Nanni Moretti, con il ruolo del marito di Anna Bonaiuto. Tra le sue più recenti apparizioni cinematografiche “Nessuna qualità agli eroi” (2007) di Paolo Franchi; “Il papà di Giovanna” (2008) di Pupi Avati; ha prestato il volto ad Aldo Moro ne “Il divo” (2008) di Paolo Sorrentino; è stato Carlo Antici ne “Il giovane favoloso” (2014) di Mario Martone, biopic sul grande poeta Giacomo Leopardi; “Pinocchio” (2019) di Matteo Garrone.

Paolo Graziosi, grande interprete di Pirandello

Nato il 25 gennaio 1940 a Rimini, Graziosi debutta sul grande schermo nel 1962 con il film “Gli arcangeli” di Enzo Battaglia e viene notato da Franco Zeffirelli, che lo sceglie per il ruolo di Mercuzio nel suo adattamento teatrale di “Romeo e Giulietta” (1964). Da allora la sua carriera si lega in maniera particolare al teatro, amando i ruoli creati da William Shakespeare e Luigi Pirandello tra gli altri, che alternerà con il cinema e la televisione. Dopo aver preso parte al film a episodi “La vita provvisoria” (1962) di Hervé Bromberger e Vincenzo Gamma e al mediometraggio “Ginepro fatto uomo” (1962) di Marco Bellocchio, mette a frutto la sua esperienza teatrale interpretando il cavaliere di Ripafratta nell’adattamento cinematografico de “La locandiera” (1966) di Franco Enriquez. Grazie al regista Bellocchio l’attore è coprotagonista di “La Cina è vicina” (1967), in cui incarna il factotum Carlo, giovane ragioniere militante del Partito Socialista Unificato, che aiuta il professore protagonista (Glauco Mauri) a tentare la scalata politica e nel frattempo gli mette incinta la sorella.

La grande versatilità, dal teatro alla tv

Protagonista alla fine degli anni ’60 di una serie di film tv su personaggi storici (come ad esempio “Il complotto di luglio” d Vittorio Cottafavi), Graziosi torna al cinema per interpretare lo scultore Gian Lorenzo Bernini alle prese con la realizzazione del baldacchino di San Pietro nel film “Galileo” (1968) di Liliana Cavani. L’anno dopo ha un ruolo secondario in “Cuore di mamma” (1969). E’ quindi apparso nel 1972 in “Il tema di Marco” di Massimo Antonelli e “D’amore si muore” di Carlo Carunchio. Graziosi incarna Galano in “Cadaveri eccellenti” (1976) di Francesco Rosi, tratto dal romanzo “Il contesto” di Leonardo Sciascia.

Molto attivo in televisione: recita in “Le affinità elettive” (1978), “Il processo” (1978), “Trionfi e caduta dell’ultimo Faust” (1980), “Il giovane dottor Freud” (1982), “Nucleo zero” (1984) – Graziosi dirada l’attività cinematografica per dedicarsi maggiormente al teatro, sua grande passione. Sul grande schermo continua a recitare in “Buon Natale… buon anno” (1989) di Luigi Comencini; nel 1991 appare ne “La condanna” di Marco Bellocchio, in cui interpreta il procuratore capo, e nella serie tv “I ragazzi del muretto”. Incarna un colonnello dei carabinieri in “Una storia semplice” (1991) di Emidio Greco, tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, l’ultimo film interpretato in Italia da Gian Maria Volonté. Graziosi è Francesco Mancini ne “Il lungo silenzio” (1993) di Margarethe von Trotta, su un magistrato, alle prese con un’inchiesta delicatissima, che viene ucciso in un attentato, mentre veste i panni del colonnello dei carabinieri Tagliaferri in “Ormai è fatta!” (1999) di Enzo Monteleone.

 

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