Sicilia, 12 anni imputato: l’ex governatore Raffaele Lombardo assolto dall’accusa di concorso mafioso

8 Gen 2022 11:51 - di Redazione
Lombardo

Dodici anni imputato. Certo, meglio che “12 anni schiavo” come capitò al violinista afroamericano Solomon Northup, ma pur sempre un dramma. A lieto fine, fortunatamente, visto che la Corte d’Appello di Catania ha assolto l’ex-governatore della Sicilia Raffaele Lombardo dall’accusa di concorso esterno in associazioni mafiosa e corruzione elettorale. Giusto così, ma quanta fatica in una vicenda giudiziaria che tra condanne, assoluzioni e rinvii si è rivelato più stressante di una scarrozzata sulle montagne russe. L’incubo di Lombardo, all’epoca leader dell’Mpa, movimento “sicilianista legato al centrodestra, comincia nel 2009.

Lombardo è stato assolto anche dal reato di corruzione

Risale, infatti, a quell’anno l’avvio dell’inchiesta Iblis sui rapporti tra mafia, affaristi e “colletti bianchi” nel territorio catanese. A spiccare nell’inchiesta affidata dai pm etnei ai carabinieri del Ros è il nome di Rosario Di Dio, boss affiliato al clan di Nitto Santapaola. Dalle intercettazioni emergono rapporti tra persone implicate nell’inchiesta e Lombardo, che del resto non li ha mai negati ma che ha definito di «natura politica». Per la Procura, invece, il governatore sosteneva la cosca attraverso favori in cambio di voti per lui. Un’ipotesi sempre rigettata da Lombardo: «Non solo non ho mai agevolato queste persone, ma ho persino loro nociuto».

«Il fatto non sussiste», ma carriera stroncata

In effetti, l’imputazione di concorso esterno (reato giurisprudenziale non codificato) è sempre sfuggente. Più che le condotte, contano i contesti nei quali esse di dipanano. È questo spiega il saliscendi della vicenda giudiziaria conclusasi ieri: prima la condanna, poi l’assoluzione, seguita dall’annullamento con rinvio. Dodici anni di inferno, appunto, chiusi ieri dalla sentenza della Corte d’appello catanese.  Assoluzione con formula piena: «il fatto non sussiste» per il reato di concorso esterno mentre «non ha commesso il fatto» relativamente alla corruzione elettorale. Lombardo, dunque, è ufficialmente innocente. Nel frattempo, tuttavia, è diventato anche un “ex“. L’inchiesta lo ha espulso dalla politica. E anche questa è una condanna.

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