Quirinale, in mattinata nuovo round. FI e centristi si saldano con Renzi sul nome di Casini

29 Gen 2022 8:43 - di Michele Pezza
Quirinale

«Tratteremo autonomamente, ciascuno tratterà in proprio». Più che esporre un metodo, Antonio Tajani ha annunciato il divorzio tra le forze del centrodestra. Lo ha fatto a conclusione del vertice di Forza Italia finito ieri a tarda sera. A tener compagnia ai berlusconiani solo i cespugli centristi raccolti intorno a Maurizio Lupi, Lorenzo Cesa e il duo Toti-Brugnaro. Insieme sosterranno la candidatura al Quirinale di Pierferdinando Casini. A loro si aggiungeranno i renziani e (forse) il Pd. Tuttavia molte cose lasciano presagire che il nome dell’ex-presidente della Camera servirà solo a bloccare quello di Elisabetta Belloni (è la responsabile dei nostri servizi segreti), uscito dall’incontro tra Salvini, Conte e Letta tenutosi ieri pomeriggio negli uffici del M5S alla Camera.

Sesto giorno di votazioni sul Quirinale

La tattica del muro contro muro per obbligare a cercare un nome condiviso. E qui le ipotesi si sprecano: da quello di Draghi a quello di Giuliano Amato o di Paola Severino con sullo sfondo il bis di Mattarella, cui ormai guarda gran parte del Pd. È in questo clima di confusione, anzi di caos, che il Parlamento si accinge ad affrontare – alle 9,30 – la settima chiama del sesto giorno di votazioni per il Quirinale. Se infatti il centrodestra piange, la sinistra non ride. La carta Belloni uscita dal già menzionato incontro a te, pur attribuibile soprattutto a Conte, non mette d’accordo nel il M5S con il Pd né gli stessi grillini.

Acque agitate anche nel M5S

Mentre scriviamo è in corso alla Camera la riunione della cabina di regia del M5S. Ma le prime avvisaglie non promettono niente di buona. Il modo con cui Salvini e Conte hanno fatto circolare per il Quirinale il nome della Belloni non è piaciuto al deputato Murizio Cattoi. L’onorevole rappresenta i 5Stelle nel Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. La sua è quindi una voce importante, alla luce del ruolo ricoperto dalla Belloni. «Il capo del Dis, una donna di grande levatura – ha sottolineato –  non può essere data in pasto alla stampa per coprire gli errori di una parte della politica che ha attribuito a Matteo Salvini il ruolo di kingmaker. Non è questo il metodo corretto per eleggere la più alta carica delle Stato».

 

 

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *