Morto di Covid l’autore tv Paolo Taggi: tra i suoi format “La Talpa” e “Per un pugno di libri” (video)

24 Gen 2022 11:09 - di Penelope Corrado
Paolo Taggi

È morto domenica al Policlinico Gemelli di Roma, dopo essersi ammalato di Covid, Paolo Taggi, autore Rai, da “Domenica In” a “Per un pugno di libri”, ma anche per Canale 5 con “Stranamore” e “Buona domenica”. Aveva 65 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla casa editrice Interlinea di Novara, dove era nato il 28 maggio 1956. Nel 2000 la città piemontese lo aveva insignito del riconoscimento di cittadino dell’anno. Le sue opere restano nel catalogo Interlinea, come “Di niente, del mare” e l’intervista “Più della poesia” ad Alda Merini, portata da lui in tv per la prima volta.

Taggi a Novara aveva mosso i primi passi verso la sua professione, prima come animatore di Telebassonovarese, la prima emittente televisiva del territorio e fra le prime tv private in Italia, poi aiuto regista dello sceneggiato Rai tratto da “Una Topolino amaranto” del veterinario scrittore Dante Graziosi. Taggi ha firmato programmi di successo come “Io confesso”, “Stranamore”, “Per un pugno di libri”, “Turisti per caso”, “La Talpa”, oltre a diverse edizioni di “Domenica In” e “Buona Domenica”. Taggi era anche un apprezzato studioso di linguaggi dei media e aveva insegnato in università a Milano tra Cattolica e Iulm), Roma (alla Sapienza) e la Svizzera italiana.

Autore televisivo, regista e teorico dei media, Paolo Taggi ha ideato e realizzato tra gli altri “Io confesso” (RaiTre); “Per un pugno di libri” (RaiTre); “Il grande talk” (Tv2000, RaiTre); “La talpa” (RaiDue, Italia 1), “Black Box” (Mtv), “Il gioco del mondo” (Rsi). Ha firmato “Stranamore” (Canale 5), “Turisti per caso” (RaiTre) e decine di altre trasmissioni. Tra i suoi docu-film “Terza A. Affettuosamente compagni” (RaiTre), “I migliori anni della nostra vita” (RaiTre), “Più della Poesia. Due giorni nelle vite di Alda Merini” (RaiTre, 2010); “L’anno senza giorni” (Rsi, RaiTre); “L’inatteso” (Rsi), “Ricette di vita a Puntarossa” (Real Time). Il suo film “Storia probabile di un angelo. Fernando Birri”, rea­lizzato con Domenico Lucchini, è stato presentato a molti festival internazionali nella stagione 2016-2017. Già direttore del laboratorio creativo Endemol e della scuola autori Rai, Taggi ha collaborato con molte università italiane, in particolare l’Università Cattolica di Milano, dove si è specializzato con Gianfranco Bettetini in Scienze dello Spettacolo.

 

Saggista, giornalista, docente: le tante versioni di Paolo Taggi

Taggi ha tenuto per conto di Ebu, Rai e Copeam per sei anni il corso di format televisivi per i dirigenti delle tv arabe aderenti all’Asbu, a Damasco. Critico cinematografico, ha collaborato con “Avvenire”, “Corto Maltese”, “La Stampa”, “Segnocinema”, “Duel”, “Bianco e Nero”, “Letture”, “Il caffè”, “Satura. Lo stato della satira”.

Ha alternato libri di saggistica a quelli di narrativi. Tra i primi i più noti sono “I fantasmi del dialogo” (con Giorgio Simonelli, Bulzoni, 1985); “Il manuale della televisione” (Editori Riuniti, 2003, poi Gremese, 2011); “Un programma di. Scrivere per la tv” (Pratiche, 1997, poi Il Saggiatore, 2005); “La scatola dei format” (Rai-Eri, Roma 2009); “Storie che guardano. Andare al cinema tra le pagine dei libri” (Editori Riuniti, 2000); “Vite da format” (Editori Riuniti, 2000) e il recente “In che film stai vivendo? Le sceneggiature invisibili della nostra vita” (Luca Sossella editore, 2015).

In ambito narrativo, ha pubblicato “Quasi noi” (Nuova Eri, 1993); “Kentucky va in tv” (Editori Riuniti, 2002). “Di niente, del mare”, pubblicato a trent’anni da Sellerio, gli è rimasto nel cuore. Per questo dopo tanti inviti ha deciso di ripubblicarlo con Interlinea.

Hanno scritto dell’autore, tra gli altri: Aldo Grasso (“Paolo Taggi è insieme coiffeur di narrazioni televisive e teorico di questo narrare. Ma invece di scrivere libri seriosi, saggi accademici, si diverte a riflettere di tv inventando altre storie”), Luciano Tarversa (“Drammaturgia è la parola chiave del suo approccio al mezzo televisivo”), Simona Sparaco (“Solo Taggi poteva mettere insieme cinema televisione e letteratura e farne un’opera meravigliosamente poetica”).

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