Kazakistan, la fuga dei russi che vogliono il rimpatrio, centinaia di bambini intrappolati
Centinaia di cittadini russi stanno chiedendo di essere rimpatriati dal Kazakistan, teatro di violenti scontri fra manifestanti e forze di sicurezza.
“Stiamo processando centinaia di richieste di evacuazione, soprattutto da Almaty“, ha rivelato il centro di crisi del ministero russo degli Esteri, citato dall’agenzia Sputnik.
“Stiamo raccogliendo i dati dell’ubicazione, i numeri di contatto, la situazione concreta. La priorità è il rimpatrio dei bambini che si trovavano in vacanza“, ha aggiunto il centro di crisi.
Ma, secondo il Cremlino, “la situazione in Kazakistan sta andando verso la calma e la stabilità”.
E sempre il Cremlino rivela i colloqui telefonici di Vladimir Putin anche con il presidente della Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, e con il premier armeno e presidente di turno della Csto, Nikol Pashinyan.
Poche ore prima, Putin aveva avuto un colloquio telefonico con il presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokaev.
“I leader (Putin, Lukashenko e Pasinyan, ndr) sostengono la proposta di Tokaev per una riunione in video conferenza dei Paesi della Csto nel prossimo futuro”, si precisa.
Il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev ha destituito Asamat Abdymomunov, vice segretario dell’influente Consiglio di sicurezza.
Dopo lo scoppio delle violente proteste nel paese, Tokayev ha assunto la presidenza del Consiglio, destituendo dall’incarico l’ex-presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev.
Abdymomunov era stato scelto da Nazarbayev come suo vice oltre sei anni fa.
Secondo alcuni analisti, l’arresto dell’ex capo del Knb, il Comitato per la sicurezza nazionale del Kazakistan, ed ex-premier Karim Massimov, nonché l’uomo fidato dell’ex-presidente Nursultan Nazarbaev nelle nuove strutture di potere, segnala che la crisi è frutto di una sorta di regolamento di conti ai vertici del regime.
“Massimov – spiega Aleksandr Baunov, analista di Carnegie Moscow – era uno stretto alleato di Nazarbaev, considerato come il ‘sorvegliante principale’ dell’ex-presidente nel governo del suo successore Tokaev.”.
”Sembra sempre più probabile che Massimov e i suoi saranno accusati di aver incitato, o perfino di aver organizzato, i disordini e che, con la repressione dei manifestanti sia in corso un golpe interno, che libera Tokaev dal controllo di Nazarbaev, della sua famiglia e dei suoi associati”.
Per questo – aggiunge Baunov, Vladimir Putin “potrebbe non apprezzare questi sviluppi, anche perché aveva un rapporti eccellenti sia con Nazarbaev che con Massimov”.
”E inoltre, le accuse ai servizi di sicurezza di lavorare contro lo stato contraddicono direttamente le pratiche attuali in Russia. Invitando le forze militari russe in Kazakistan, Tokaev non ha ottenuto solo un aiuto di valore. Rassicura Putin che l’attacco contro il suo ex-alleato non significa un cambiamento di direzione politica ma che al contrario Kazakistan e Russia si avvicineranno”.
Gli eventi a cui stiamo assistendo in Kazakistan potrebbero indicare “un fallito colpo di stato, maldestramente mascherato da proteste su vasta scala. Una manifestazione pubblica e violenta dell’instabilità dell’elite“, scrive in un tweet Luca Anceschi, titolare della cattedra di studi euroasiatici all’Università di Glasgow.