Il matematico: il picco dei contagi atteso tra 5-10 giorni. La riapertura delle scuole può cambiare tutto

4 Gen 2022 15:58 - di Redazione
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Il picco dei contagi e la discesa della curva quando ci sarà? E’ la domanda che in tanti si stanno facendo. “Dai calcoli effettuati negli ultimi 4 giorni c’è una crescita in frenata della percentuale dei positivi ai test molecolari, questo, se il trend rimane invariato, mi fa prevedere che la curva dovrebbe raggiungere il suo massimo tra 5-10 giorni per poi nuovamente scendere“. E’ la previsione di Giovanni Sebastiani, matematico dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sull’attesa del picco dei contagi, accelerati dalla variante Omicron. “Seppure la percentuale tiene conto delle variazioni del numero di test, di mezzo – precisa – c’è stato però il Capodanno, dunque per confermare il trend saranno utili i dati dei prossimi 2-3 giorni”.

Il picco tra 10 giorni ma la riapertura delle scuole è un’incognita

“Sulla discesa della curva due le incognite che vanno tenute in considerazione: i saldi e la riapertura delle scuole – sottolinea il matematico – Gli effetti li vedremo solo tra circa 14-21 giorni. Ci potrebbe essere una inversione di tendenza valutando cosa è successo a gennaio-febbraio 2021, la limitata copertura vaccinale tra gli studenti e l’incidenza attuale della fascia d’età sotto i 20 anni, tre volte più alta rispetto alla popolazione più adulta”.

Vaccinare gli under 30, tra i quali la circolazione è massima

Sarebbe quindi meglio ritardare la riapertura delle scuole? “Sì, sarebbe utile – replica Sebastiani – Nel frattempo si potrebbe avviare a tappeto una indagine sierologica e tamponi a ridosso della riapertura, e fare leva sulla vaccinazione dei più giovani. Oltretutto, va tenuto conto delle quarantene conseguenza del numero elevato dei test, oggi anche più complicati farli”. Più che l’obbligo vaccinale, prosegue, “sarebbe utile vaccinare in modo selettivo con terze dosi agli over 70 e incentivo per prima e seconda agli under 30, tra i quali è massima la circolazione del virus”.

Le regioni che vanno verso l’arancione

“Vediamo i dati di oggi sull’occupazione ospedaliera – dice il matematico del Cnr -, la mia lavagna comunque ha già i numeri per un cambio di colorazione per alcune regioni da venerdì. Si tratta dell’Emilia Romagna, che ha già i numeri da giallo, e di Toscana, Umbria, Abruzzo e Valle D’Aosta che potrebbero averli oggi o entro pochi giorni. La previsione per questa settimana sarà quindi di un Centro-Nord colorato di giallo con Liguria in arancione. Certo, bisogna attendere i dati di oggi di Agenas. Potrebbero infatti verificarsi situazioni analoghe a quelle della Lombardia a dicembre e della Campania ieri, dove l’aumento della capienza dei reparti ospedalieri ha compensato l’aumento dei ricoveri, portando la percentuale sotto le soglie critiche per la zona gialla. Infine, chi rischia al momento l’arancione in 2-3 settimane sono anche Marche e Piemonte“.

Omicron al momento appare meno letale

“Al momento Omicron sembra meno letale: sulla base dei dati del Sudafrica ho stimato che la letalità apparente lì è circa un terzo di quella di inizio giugno 2021. Nel nostro Paese è difficile per ora un dato quantitativo certo (potremo farlo tra due settimane), di sicuro ci sarà un prezzo da pagare in termini assoluti considerando anche che l’età media della popolazione italiana è più alta. Mentre la veloce diffusione di Omicron contribuirà a immunizzare in maniera naturale le persone (vaccinati e non)”, conclude Sebastiani.

 

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