Il Financial Times boccia i politici italiani ma esalta la Meloni: “Si distingue e cresce”

30 Gen 2022 19:02 - di Monica Pucci
Una bocciatura completa per la classe politica italiana, ma il Financial Times salva l'opposizione e promuove Giorgia Meloni e FdI

“Bisogna fare uno sforzo speciale per far apparire i politici della Prima repubblica in buona luce, ma la scorsa settimana i politici della Seconda ci sono riusciti”. Parte da questo commento caustico l’analisi del Financial Times sul voto per il Quirinale, commento intitolato “Una classe politica egoista evita il disastro all’ultimo minuto“, vale a dire “il collasso del governo riformista di Mario Draghi”. “Ma lascia gravi dubbi – scrive l’editorialista Tony Barber – sulla capacità dei politici di professione italiani di fare appello a un più alto senso di responsabilità mentre il Paese si trova in una fase critica del suo sviluppo”. Una bocciatura completa per la classe politica italiana, ma il quotidiano economico-finanziario britannico salva l’opposizione, l’unica, quella coerente che “è sempre più popolare” e si distingue da tutti gli altri. Quella di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia.

Il Financial Times e l’ascesa della Meloni

“Sempre di più – sottolinea il quotidiano britannico, denunciando “le deplorevoli lacune” dei partiti della Seconda repubblica, che si tratti di quelli relativamente più vecchi come la Lega o di quelli relativamente nuovi come il M5S – la democrazia italiana deve contare per la leadership e la stabilità sul talento e la maturità di figure non politiche come Draghi, chiamate a calmare le acque perché i politici non sono in grado di farlo loro“. E allora “i partner Ue e i mercati finanziari saranno sollevati al pensiero che, per i prossimi 12 mesi, Draghi sarà nella posizione di consolidare le riforme che ha perseguito sin da quando è diventato premier un anno fa”.

L’analisi dell’Ft si conclude parlando di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, che sta “seguendo un cammino distinto” da quello di tutti gli altri. Fdi è “l’unico partito ad aver rifiutato di entrare nel governo Draghi e i sondaggi mostrano che al momento è il partito più popolare a destra: l’Italia potrebbe essere ad appena un anno dal decidere se avere il primo premier della destra radicale del dopoguerra”, chiosa.

Associato all’analisi, il Financial Times, dopo aver trattato della magigoranza e dell’opposizione della Meloni, pubblica anche un articolo del quotidiano, intitolato: “Draghi guadagna tempo per il rinnovamento politico dopo la rielezione di Mattarella“. Il prolungamento del mandato del capo dello Stato uscente, si sottolinea, “offre adesso a Roma la prospettiva di continuità e stabilità, lasciando Draghi, che è considerato uno dei potenziali e più credibili successore di Mattarella, libero di andare avanti con le riforme richieste” dal Next generatione Eu.

Il 6 maggio scorso il quotidiano aveva già celebrato la leader di FdI

Giorgia Meloni è “l’astro nascente dell’estrema destra italiana”, aveva titolato lo scorso maggio il Financial Times aveva raccontato l’ascesa della leader di Fratelli d’Italia, che ha deciso di capitalizzare sulla “decisione della Lega di fare una conversione a U e abbracciare il governo Draghi”.

E’ proprio Meloni la Marine le Pen italiana?, si chiede la testata inglese: ”La leader di Fratelli d’Italia ha scelto di rimanere da sola all’opposizione mentre Salvini e gli altri grandi partiti politici appoggiavano Draghi. La conseguenza è stata che il partito di Meloni è stato in grado di intaccare la ‘pista’ elettorale di Salvini e sembra essere portata a superare la Lega come più grande partito della destra italiana. Un recente sondaggio pubblicato dal quotidiano italiano Corriere della Sera vede la Lega ancora di poco come il più grande partito, al 21,9 per cento, con i Fratelli d’Italia al 18,9 per cento…”.

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