E’ morto Ferruccio Bravi, fondatore del Centro Studi Atesini di Bolzano
E’ morto alla soglia dei 99 anni il professor Ferruccio Bravi. Romano, classe 1923, volontario di guerra a 19 anni, fu docente di paleografia. È stato per tre decenni il direttore del Centro Studi Atesini di Bolzano da lui fondato, vero presidio della cultura italiana nel nostro confine orientale. Si è spento in Venezuela, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita accanto al figlio.
Ferruccio Bravi era amico personale della Medaglia d’Oro Emilio Bianchi, insieme al quale ha curato “Pagine di Diario 1940-1945”. Ci lascia un grande patrimonio di libri ed articoli scritti nell’arco della sua lunga esistenza terrena. Il catalogo dei libri del Centro Studi Atesini è anch’esso ricco di titoli importanti con autori di valore. Bravi fu anche assiduo collaboratore de La Vetta d’Italia, giornale fondato e diretto nel 1957 da Andrea Mitolo, storico esponente del Msi di Bolzano.
Terminato il secondo conflitto mondiale, Ferruccio Bravi concluse gli studi universitari a Napoli, dove si laureò nel 1952 con una tesi in lingua tedesca sul nobile tirolese Oswald Von Wolkestein: tesi che poi divenne la sua prima pubblicazione di successo, più volte ristampata negli anni successivi. Diresse fino al 2001 il Centro di Studi Atesini (CSA), dove pubblicò numerosi testi di glottologia, saggi letterari e storici, con l’obiettivo di difendere l’identità italiana in quei territori.
“Fecero parte del progetto e collaborarono alla vita del CSA – ha scritto su Primato nazionale Sandro Righini, che di Bravi fu amico e allievo – numerosi docenti e studiosi di prestigio quali Giorgio del Vecchio, Aurelio Garobbio, Rinaldo Orengo, Achille Ragazzoni, Nicolò Rasmo, Guido Canali, Augusto Marinoni”.