Corte Costituzionale, Amato eletto presidente. E Letta tenta di mettere cappello pure su questo

29 Gen 2022 17:50 - di Gigliola Bardi
amato corte costituzionale

Ha mancato la presidenza della Repubblica, ma non quella della Corte Costituzionale. Giuliano Amato, infatti, proprio oggi è stato eletto alla guida della Consulta. L’elezione è avvenuta all’unanimità e ha fatto esultare Enrico Letta, che, facendogli gli auguri, si è affrettato a sottolineare che «tutti sanno della stima che ho per Amato e della sua straordinaria capacità di servizio istituzionale: credo che da presidente della Corte costituzionale svolgerà benissimo le sue funzioni». Dunque, parole che suonano un po’ come il tentativo di mettere cappello anche su questa elezione, sebbene le congratulazioni siano state bipartisan, arrivate subito anche da Antonio Tajani e dal presidente del Copasir, Adolfo Urso, per il quale Amato «saprà svolgere con la competenza e autorevolezza che tutti gli riconoscono».

L’esordio parlando dei conflitti sui valori

Nel suo primo discorso, tenuto davanti ai giornalisti nella conferenza stampa seguita all’elezione, Amato ha parlato della necessità di collaborazione tra Corte e Parlamento come fattore essenziale nel campo dei conflitti sui valori. «In questi ultimi anni la composizione dei contrasti fra gli Stati membri è diventata ancora più complessa che in passato. Prima i contrasti erano economici, ma dosando diversamente» si risolve. «Negli ultimi anni invece – ha proseguito Amato – i conflitti sono diventati sui valori: sul gender, sulla famiglia, su quanta sicurezza e libertà. Sono conflitti impegnativi. Buona parte delle questioni che abbiamo dovuto affrontare in questi ultimi anni toccano questi temi».

La necessità della collaborazione tra Consulta e Camere

«Sono questioni su cui la Costituzione dice chiaramente che la soluzione oggi esistente non va, ma non indica la risposta. Ed è qui che la collaborazione fra Corte e Parlamento diventano un fattore essenziale», ha continuano Amato, aggiungendo che «una volta la Corte creava il vuoto e poi aspettava l’intervento del legislatore. A volte funzionava, altre no». Tuttavia «a volte il Parlamento ha difficoltà a risolvere». «Noi – ha sottolineato – indichiamo al Parlamento come intervenire, ma se non lo fa rimaniamo in questa situazione. Fatto sta che dal cognome della madre e del padre, all’ergastolo ostativo, al suicidio assistito noi rimaniamo con le nostre soluzioni, che sono corrette ma saremmo molto più contenti se fossero seguite da un intervento del Legislatore».

La lunga carriera di Amato fino alla Corte Costituzionale

Amato come primo atto ha nominato i giudici costituzionali Silvana Sciarra, Daria De Pretis e Nicolò Zanon vicepresidenti della Corte e ha comunicato l’elezione al Presidente della Repubblica e alle altre cariche istituzionali. Nato a Torino il 13 Maggio 1938, Amato è stato nominato giudice costituzionale dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 12 settembre 2013 e vice presidente della Corte dal 16 settembre 2020. Il suo mandato da presidente scadrà il prossimo settembre. Già professore all’istituto universitario di Fiesole e alla Sapienza di Roma, è stato membro del Parlamento per 18 anni. Ministro dell’Interno, due volte del Tesoro e due volte presidente del Consiglio, e, tra l’altro, ha presieduto la Commissione internazionale sui Balcani nel 2003-2005 ed è stato vice presidente della Convenzione sul futuro dell’Europa nel 2002-2003.

 

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