Travaso di bile di Raimo per Letta alla festa di Atreju: ora andrà sulla tomba di Almirante?

10 Dic 2021 20:52 - di Francesco Severini
Letta Meloni Atreju

“Non ho capito che rebranding sta facendo il Pd. Dopo Enrico Letta a Atreju2021, Zingaretti &Storace, domani una visita alla tomba di Almirante?”. Così su twitter Christian Raimo, assessore alla Cultura al terzo municipio di Roma. Dove rebranding, che fa tanto esperto di comunicazione, significherebbe che il Pd sta cambiando identità…

Raimo esprime così tutto il suo livore per il successo della manifestazione di Atreju 2021, che ha collocato Fratelli d’Italia al centro del dibattito politico. Tutti i leader della maggioranza di governo si sono susseguiti sul palco della festa natalizia di FdI. E l’unico partito di opposizione ha occupato di fatto la scena e il retroscena della discussione di queste ultime giornate. Con particolare riferimento al “romanzo Quirinale”.

Impressionante, per Raimo, il fatto che Enrico Letta abbia calpestato lo stesso suolo degli odiati patrioti di FdI. Essendo un settario schematico, Raimo ritiene che destra e sinistra debbano continuare nel reciproco ostracismo, per far provare a quelli come lui l’emozione di una nuova resistenza contro un fascismo del tutto immaginario. Il fatto che il futuro nuovo Capo dello Stato debba rappresentare anche la metà dell’elettorato italiano che vota a destra è ovvietà che la sua mente non riesce a cogliere nella sua semplicità cui oppone un ruvido manicheismo.

Figuriamoci poi quando ha visto la foto che Francesco Storace ha postato su Fb. E nella quale il vicedirettore del Tempo è ritratto a tavola con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti mentre i due ingaggiano un amichevole braccio di ferro. Raimo la ripropone ai suoi seguaci gridando all’inciucio. Subito risponde Storace: “E che male c’è a stare a pranzo assieme? Placati, non serve arrabbiarsi”. Il Raimo furibondo sottolinea il suo antifascismo da osteria: “E chi si arrabbia? Ma grazie, con i neofascisti non mi piace pranzare”.

Interviene il giornalista del Foglio Salvatore Merlo: “Ci andava Pajetta, ci può andare anche Enrico Letta”. La risposta qui coinvolge la figura di Almirante, che Raimo col suo antifascismo striminzito si è sentito in dovere di tirare in ballo. Giancarlo Pajetta, storico esponente del Pci e antifascista in esilio col soprannome di Nullo, si recò a rendere omaggio alla salma di Giorgio Almirante nel 1988, proprio nella sede Msi di via della Scrofa che oggi è sede di FdI. All’epoca Raimo, appena tredicenne, ancora non nutriva di anacronistico odio la sua voglia di nemici. Né immaginava di lucrare sull’antifascisteria folcloristica per farsi personaggio da social. Forse lui ignora il fatto, che però è successo. Perché non tutti gli antifascisti erano e sono squallidi come Raimo.

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