Prosecco, aceto balsamico e Nutriscore: le sfide che attendono l’Italia a Bruxelles nel 2022

27 Dic 2021 16:36 - di Redazione

Il buon cibo e il buon vino italiano sono molto apprezzati nel mondo ma, proprio per questo, fanno anche paura alla concorrenza, anche sleale di competitor europei e di alcune multinazionali che producono alimenti in laboratorio. Ed i numerosi attacchi all’agroalimentare made in Italy lo testimoniano, nell’anno appena trascorso. In primis un vero e proprio assedio è stato lanciato dal Nutriscore, l’ormai famigerata etichetta a semaforo, a eccellenze come il Parmigiano Reggiano o l’olio extra vergine di oliva, solo per citarne due. Ma si è assistito peraltro al tentativo di scippo del nome Prosecco da parte della Croazia e della produzione di un aceto balsamico ‘tarocco’ in Slovenia.

L’Italia sta combattendo su vari fronti e continuerà a farlo nel 2022, perfino contro una aberrante tendenza guidata da potenti multinazionali, che vorrebbe indurre i consumatori all’omologazione di una dieta universale e che vede nel cibo e, in particolare, nella carne prodotta in laboratorio, la sua quintessenza. Per non parlare di un’ulteriore spinosa questione che sta mettendo sotto scacco il mondo del vino italiano, leader mondiale per produzione e vendite, sulla base delle raccomandazioni contenute nel Piano europeo di lotta contro il cancro che non distingue tra consumo e abuso di alcol. La proposta italiana, presentata a Bruxelles invece, è l’etichetta Nutrinform Battery con i valori espressi per singola porzione.

La partita del Proseck croato invece, ha tempi più rapidi. L’Italia ha inviato un dossier molto circostanziato a Bruxelles per difendere il Prosecco, campione dell’export vinicolo ed entro gennaio sono attese le controdeduzioni delle Croazia. A seguire, la Commissione dovrà decidere se consentire il riconoscimento del nome Proseck che, pur essendo associato ad un vino molto diverso dalle bollicine made in Italy, in quanto è un passito con una produzione molto limitata, creerebbe un pericoloso precedente.

Quanto all’aceto balsamico italiano, protetto da tre denominazioni, due Dop (Tradizionale di Modena e tradizionale di Reggio Emilia) e da una Igp, è messo sotto attacco dalla richiesta di riconoscimento di un aceto balsamico da parte della Slovenia. La vicenda è ancora da giocare e le Istituzioni italiane hanno espresso la ferma intenzione di intervenire anche a costo di chiedere l’attivazione della procedura di infrazione.

Allarme e battaglia anche per il vino, la carne ed altri cibi entrati nel mirino della Commissione europea a causa della relazione al Piano di lotta contro il cancro che deve essere approvata dal Parlamento europeo a febbraio. Nel frattempo però “la stessa Commissione europea sta già usando quel documento, nella sua versione più radicale, per stabilire criteri ed indirizzi alla base di importanti iniziative normative dell’Unione” secondo quanto segnala Federvini.

E a proposito di questa ‘crociata’ europea c’è molta confusione e anche una componente di malafede visto il danno che si sta arrecando alle produzioni italiane di carne bovina, a favore di carne e cibo sintetico. Il tutto ad opera di una lobby finanziata dalle grandi multinazionali hi tech che vorrebbe imporre una dieta alimentare universale.

 

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