L’Istat: i lockdown? Un altro freno per la natalità. Da gennaio il maggior calo di sempre

15 Dic 2021 10:26 - di Paolo Lami
Pedrizzi

L’Italia non riparte, come sostengono Draghi e il Centrosinistra proseguendo con le restrizioni e gli annunci di terrorismo mediatico su nuovi prossimi lockdown per gestire la pandemia da Covid anzi arretra sulla natalità.

Lo certifica l’Istat che svela l’ennesimo disastro che si sta verificando a causa di questa politica stupidamente ottusa delle chiusure, dei lockdown, delle minacce di confinamento, di nuove restrizioni a casaccio.

Il tasso di denatalità, che da anni caratterizza l’Italia, con i lockdown è peggiorato ancora di più, tanto che da gennaio si è arrivati  al livello più basso mai raggiunto dal nostro Paese.

Il lockdown è un freno per le nuove culle, assicura l’Istat. Che suggerisce al governo Draghi di destinare più fondi al welfare.

”Chi voleva un figlio, con lo scoppio della pandemia, è come se avesse spostato in avanti il calendario – dice Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, commentando così, in un’intervista a ‘La Repubblica‘, i dati che fotografano per il 2020 l’ennesimo record di denatalità nel Paese. – E l’attesa non è conclusa – avverte. – Infatti, già il dato di gennaio 2021 ci dice che, rispetto al gennaio precedente, c’è stato il maggior calo di nascite di sempre: cinquemila in meno”.

”Ma non è soltanto colpa del Covid, la tendenza a fare meno bambini va avanti inesorabile da anni – continua Blangiardo raccontando i risvolti della denatalità -. Bisognerà investire di più nel welfare, nell’assistenza sanitaria, nel trovare soluzioni per conciliare lavoro e famiglia”.

”Alla base ci sono problemi sociali e culturali. Ma anche economici collegati al lavoro precario. – spiega Blangiardo – Tutto questo fa procrastinare la decisione, con tutto ciò che comporta, di diventare genitori”.

”E poi ci sono problemi strutturali che attengono alla piramide demografica – continua il presidente dell’Istat. – Le donne nate tra la metà degli anni Sessanta e Settanta, le cosiddette baby boomers, hanno un’età meno fertile. Rappresentano una grande fetta di popolazione. Rispetto a loro, le donne in età fertile sono un numero più esiguo, perché nate in tempi in cui già si parlava di denatalità”.

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