Il 2021 è stato l’anno delle proteste no vax e no pass: oltre 4600 manifestazioni contro le restrizioni

17 Dic 2021 17:26 - di Redazione

Il 2021 è stato l’anno delle proteste: il Viminale certifica che oltre 4600 manifestazioni sono state indette contro il green pass e contro i provvedimenti restrittivi anti-pandemia facendo registrare tensioni di piazza che da tempo non si vedevano. Un disagio dilagante che la crisi sanitaria ha ingigantito e che ha attirato le frange più estreme tanto a destra che a sinistra.

Il dato emerge dalla riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza che il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha presieduto oggi al Viminale. E a cui hanno partecipato, oltre al sottosegretario di Stato Nicola Molteni, i vertici delle forze di polizia, il Capo di Stato maggiore della Difesa, il Comandante del Covi e i vertici degli organismi di informazione e sicurezza.

Nel corso della riunione è stata svolta un’analisi dello stato dell’ordine e della sicurezza pubblica nel Paese, anche in relazione all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Sono stati, tra l’altro, esaminati i dati sui controlli effettuati a seguito dell’entrata in vigore delle nuove misure di contenimento del virus. Per quanto attiene ai dati annuali, è emerso che dal 1° gennaio al 6 dicembre 2021 si sono svolte 15.827 manifestazioni di rilievo, di cui 4.674 hanno riguardato le politiche governative di contenimento della pandemia e la certificazione verde.

Durante l’anno, anche in relazione alle ingenti risorse pubbliche destinate a sostenere l’economia, è stata intensificata l’attività di prevenzione antimafia, con l’adozione al 30 novembre u.s. di 1.979 interdittive antimafia. Nel corso del Comitato, è stato disposto l’ulteriore rafforzamento dei dispositivi di vigilanza sull’intero territorio nazionale in vista delle prossime festività natalizie.

I prefetti sono stati invitati a convocare apposite riunioni dei Comitati provinciali per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, anche per predisporre specifici servizi di prevenzione in prossimità dei luoghi di culto delle diverse confessioni, degli aeroporti e dei porti, delle stazioni ferroviarie e delle reti viarie. E’ stato anche sollecitato il potenziamento dei dispositivi generali di prevenzione per il contrasto dei “reati di strada”.

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