“Hugo Maradona si sentiva italiano ma la burocrazia gli ha ritardato la cittadinanza”

28 Dic 2021 15:47 - di Paolo Lami

“Ho sentito Hugo qualche settimana fa. Era amareggiato, perchè si sentiva napoletano e non aveva avuto la cittadinanza italiana per tempo. E questa era una cosa che a lui pesava…”, racconta l’ex-parlamentare pidiellino Enzo Rivellini commuovendosi al telefono mentre ricorda Hugo Maradona, morto oggi per un attacco cardiaco nella sua abitazione di Monte di Procida, in provincia di Napoli.

Il fratello di ‘El Pibe de Oro’ era sceso in campo alle ultime elezioni comunali di Napoli a sostegno del candidato sindaco di Lega Fi e Fdi, il pm anticamorra Catello Maresca. Ma la candidatura non è poi andata a buon fine, proprio per problemi legati alla cittadinanza.

Fu proprio Rivellini a promuovere lo scorso luglio la sua candidatura alla guida della lista civica ‘Napoli Capitale’, presentandolo ufficialmente alla stampa in un gazebo allestito davanti alla curva B dello stadio Diego Armando Maradona, ex-San Paolo.

Hugo – racconta all’Adnkronos Rivellini – era un napoletano vero, come il fratello d’altronde, e si sentiva tale. Ha sposato un’italiana, aveva figli italiani, stava qui da decenni e per colpa delle solite lungaggini burocratiche di questo Paese strano non aveva ricevuto ancora la cittadinanza”.

“Ora ci ha lasciato per un infarto fulminante, se ne è andato così, all’improvviso”, dice Rivellini, rievocando senza saperlo l’inno del Napoli, ‘Un giorno all’improvviso‘, che i tifosi azzurri cantano la domenica ora per celebrare una vittoria della squadra di mister Spalletti.

”Nei giorni scorsi Hugo – dice Rivellini parlando del fratello minore di Maradona – aveva avuto qualche segno di una malattia di stagione, la notizia della sua morte è stata una doccia fredda. Se ne è andato il nostro numero 9 e mezzo, come lo abbiamo definito con affetto quando gli regalammo la maglietta di ‘Napoli Capitale’ in occasione della sua candidatura.”.

”Gli assegnammo il 9 e mezzo, perchè il 10 appartiene all’inarrivabile Diego. E Hugo ci scherzava sempre sul nostro regalo, dicendo che lui era stato più forte di Diego…”.

“C’era una cosa – spiega l’ex-eurodeputato Rivellini – che accomunava Diego e Hugo. Io li ho conosciuto entrambi: avevano una carica di umanità, un’empatia verso il prossimo, una semplicità che lasciava senza parole. La sua allegria e umanità resteranno scolpiti nel cuore della comunità di ‘Napoli Capitale‘ e dell’intera città”.

L’ex-parlamentare del Popolo della libertà ricorda che Hugo Maradona ha sempre avuto la passione per i giovani e il suo sogno era dedicarsi agli scugnizzi, aiutare i ragazzi poveri e più fragili della città che lo ha adottato quando arrivò in Italia per continuare a giocare a calcio.

Nativo di Lanus, piccolo paese argentino, classe ’69, Hugo si è trasferito all’ombra del Vesuvio nel 1987. Quando, su pressione di Diego Armando Maradona, fu acquistato dal Napoli di Corrado Ferlaino, che lo girò subito in prestito all’Ascoli, allora militante in serie A.

Hugo Maradona faceva l’allenatore di squadre giovanili e voleva rendere felice tutti quei bambini che ne hanno bisogno, sottraendoli alla strada e alla malavita. E lo voleva fare nel segno di Dieguito, lo scugnizzo del barrio (scomparso lo scorso 25 novembre), che faceva tanta beneficenza e amava i ‘figli’ della sua Napoli.

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