Bertolaso: «Non facciamoci travolgere». E spiega come bisogna gestire la diffusione di Omicron

29 Dic 2021 11:28 - di Milena Desanctis
Bertolaso

«Evitiamo di farci travolgere dai numeri. I dati vanno analizzati sulla base di quello che conosciamo oggi del virus. Stiamo attenti anche a come comunichiamo. Chi vive in prima linea, negli ospedali, ha una fotografia del virus molto diversa rispetto a un anno fa». Guido Bertolaso parla con il Corriere della Sera del nuovo record di contagi in Lombardia, 28.795, dei quali quasi cinquemila a Milano città, sottolineando che «Omicron è più contagiosa e questo spiega un numero così alto. Ma è meno letale, tra i vaccinati con tre dosi poi la sintomatologia è molto diversa da Delta. Il parametro dei positivi è ingannevole. Per questo nonostante il record cambia poco, per fortuna. I vaccini funzionano – dice il consulente della Regione Lombardia per la campagna vaccinale – rendono gestibile il contagio e anche la malattia tra coloro che hanno completato le tre dosi. La chiave sta qui. Accelerare sempre di più sulla campagna vaccinale. In Lombardia siamo quasi al 60 per cento di terze dosi, dobbiamo accelerare ancora».

«Qui c’è più attività diagnostica»

«Il sistema sta reggendo bene – prosegue Bertolaso – I numeri sono seri, ma in qualche modo viziati da un lavoro straordinario che si sta facendo sulla ricerca del virus. Dal 20 al 27 dicembre, la Lombardia ha fatto 270mila tamponi molecolari e 830mila antigenici. Un milione di test. Nel resto d’Italia sono quattro milioni. Quindi il rapporto è di un milione contro quattro. Significa che qui c’è più attività diagnostica, più controllo e più indagine del virus. Ricordiamoci che la Lombardia seppure per poco è ancora in zona bianca, la pressione sugli ospedali è più bassa rispetto ad altre aree d’Italia. I reparti non sono chiusi, si fanno gli ambulatori, gli interventi. Un anno fa tutto era molto diverso. Su Omicron abbiamo uno studio con l’Università Bicocca: su 540 casi testati solo 14 hanno richiesto il ricovero ospedaliero. La curva di incidenza è massima tra i non vaccinati o tra chi non ha completato la terza dose. E tra i bambini fino a 10 anni che poi sono quelli che portano il virus a casa. Dobbiamo aumentare i vaccini tra bambini e adolescenti. Oggi è vaccinato solo il 10% dei bambini, ma rispetto al dato nazionale siamo al 30%».

Bertolaso: «Il contact tracing  deve avere la precedenza per i non vaccinati»

Riguardo ai tamponi, Bertolaso aggiunge che «i vaccinati con tre dosi non devono essere testati se non hanno sintomi. Il contact tracing deve avere la precedenza per i non vaccinati, i più fragili o chi non ha completato il ciclo. Se eliminiamo dalle code chi non ha l’urgenza di essere testato, perché ha tre dosi, perché non ha sintomi o solo per il green pass, allora riduciamo la pressione anche sui tamponi. Al netto che sono stati aumentati i centri e le linee vaccinali. Chi ha effettuato le tre dosi è meno “pericoloso” per sé e per gli altri. Bisogna pensare a una contagiosità mitigata che dobbiamo governare. Omicron è seria ma non provoca quello che abbiamo visto l’anno scorso. La situazione da un punto di vista epidemiologico va gestita grazie alle tante conoscenze che abbiamo adesso. Chi ha tre dosi di vaccino, a mio parere, può evitare la quarantena se non ha sintomi. Deve aumentare l’autocontrollo della temperatura e le precauzioni sanitarie, ma se non ci sono sintomi anche in caso di contatto stretto non ha senso isolarlo dal mondo».

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