Pensioni, anche la Corte dei conti boccia la Fornero: la sua legge irrigidisce il nostro sistema previdenziale

24 Nov 2021 9:03 - di Prisca Righetti
Fornero

La Corte dei Conti manda in soffitta la riforma Fornero così com’è. Intervenendo ieri in audizione alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, la magistratura contabile ha presentato la sua relazione sulla manovra 2022. E, naturalmente, tra i nodi venuti al pettine c’è stato anche quello delle pensioni. In merito al quale state state sottolineate criticità e perplessità. «La valutazione complessiva sulle misure in materia pensionistica non è del tutto positiva», ha rilevato dunque la Corte dei Conti nell’audizione. In cui ha ribadito l’esigenza di «una maggiore flessibilità in uscita del sistema previdenziale». Un tema spinoso e ancora irrisolto, ha evidenziato l’organo costituzionale, per cui: con il disegno di legge di bilancio, «pur se si conferma la piena adesione al principio contributivo, non si rimuove la forte incertezza che si è determinata nel sistema».

La Corte dei conti boccia la legge Fornero

Una valutazione non proprio positiva, quella dei magistrati contabili, che tornano a rilanciare quanto «già sottolineato dalla Corte – ricordano i togati – in occasione del Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica: la pandemia ha certamente esaltato l’esigenza di disporre di strumenti di flessibilizzazione. Sul punto va, come detto, nella direzione auspicata la proroga dell’anticipo pensionistico sociale, attraverso un allargamento della platea. Sotto il profilo generale, resta da affrontare su base strutturale il tema di come garantire una maggiore flessibilità preservando le caratteristiche proprie del sistema contributivo. Il quale allinea le prestazioni ai contributi. E determina quindi l’importo in funzione della speranza di vita».

Serve «una maggiore flessibilità in uscita del sistema previdenziale»

E ancora. «Come rimarcato più volte dalla Corte, andrebbe considerata – ribadisce – l’ipotesi di convergere gradualmente, ma in tempi rapidi, verso una età uniforme per lavoratori in regime retributivo e lavoratori in regime contributivo puro. Ma è evidente che, sia per ragioni di equilibri finanziari. Che di equità, ciò andrebbe fatto prevedendo una correzione “attuariale” anche sulla componente retributiva dell’assegno. In analogia a quanto avviene per la componente contributiva». In sostanza, allora, quello che invoca la Corte dei conti è un cambiamento di passo. La definizione e creazione di un sistema pensionistico flessibile in uscita. E dunque un disegno che parte dall’archiviazione della legge Fornero e ben lontano dalle sue caratteristiche che, invece, stando alle valutazioni dei magistrati contabili, irrigidisce il concetto di pensione.

È il momento di un coraggioso cambio di passo

Una legge incredibilmente lodata in questi anni. Ripescata e rivalutata all’occorrenza, ma che – come enucleato ancora ieri dalla Corte dei conti – presenta delle sostanziali problematicità che inficiano la possibilità di una maggiore equità e sostenibilità del sistema pensionistico di casa nostra. Una nota dolente che il premier Draghi conosce bene e a cui, già a fine ottobre, presentando in conferenza stampa la legge di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri, ha persino fatto riferimento accennando alla fatidica. Auspicata. Fantomatica «flessibilità» del sistema delle pensioni. Auspici e parole, però, rimasti finora lettera morta. Fin qui, insomma, nessuna iniziativa normativa indirizzata alla revisione della Fornero.

Fin qui nessuna revisione e riformulazione strutturale della legge Fornero

Nessun volta pagina costruttivo. Uno stallo su cui ieri la Corte dei conti è tornata a puntare indice e riflettori. Nessuna revisione e riformulazione strutturale della legge Fornero in chiave di flessibilità. Un progetto che, ricorda oggi tra gli altri La Verità, «sarà distaccato da quello della legge di bilancio, dato che mancano i fondi per poter inserire una riforma strutturale della Fornero all’interno della manovra. Ma che, allo stesso tempo, risulta essere importante e urgente dato che Quota 102 sarà in vigore solo nel 2022».

 

 

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