
Lega, resa dei conti a dicembre. Salvini: «Io nel Ppe? Il mio compito non è inseguire la sinistra»
«L’11 e 12 dicembre parleremo dell’Italia che andremo a governare dal 2023». Così Matteo Salvini, nel corso di un punto stampa a Milano, a margine della giornata di formazione della scuola politica della Lega. Il suo riferimento è all’assemblea programmatica convocata per quei giorni a Roma. «I nostri temi – ricorda il leader del Carroccio – sono lavoro, giovani, ambiente e futuro». La convocazione della “due giorni” a così breve distanza di tempo dalle polemiche innescate dall’intervista di Giancarlo Giorgetti lascia pensare che l’occasione potrebbe trasformarsi in una resa dei conti. Vero è che nella recente riunione del Consiglio federale il ministro ha chinato il capo, ma è altrettanto vero che i problemi sono rimasti.
11 e 12 dicembre assemblea programmatica a Roma
La Lega, come ha ricordato un bossiano della vecchia guardia come Speroni, resta un partito «verticistico e disciplinato». Ciò non toglie, tuttavia, che tanta brace arda ancora sotto la cenere. Salvini, però, non vuole alimentare polemiche. «Sono una fastidiosa perdita di tempo, il confronto è bello, le polemiche no», risponde ai giornalisti che gli chiedevano di Giorgetti. Però non si trattiene dall’accennarvi quando parla davanti nella scuola politica guidata dal senatore Armando Siri. «Sento dire – attacca – “devi entrare nei popolari“. Io entro dove ca… voglio, io mica citofono come nel giorno di Halloween, chiedendo scherzetto o dolcetto». Rendono ancora più esplicito il concetto le parole che seguono. Eccole: «Se c’è un centrodestra asservito alla sinistra il mio compito non è inseguire la sinistra, ma portare il centrodestra a tornare a essere orgogliosamente centrodestra, conservatore, liberale rivoluzionario e costruttivo. In Italia e in Europa».
Salvini: «Lamorgese? Neanche lo chiedo più l’incontro»
Il resto Salvini lo dedica a questioni più programmatiche. Come il bonus per i genitori separati che, avverte, «si deve sbloccare entro novembre». O come «il nucleare di ultima generazione» che, assicura, «è la forma di energia più pulita, meno costosa, green e sicura del mondo». L’occasione è ghiotta anche per dire due parole sul testo contro l’omotransfobia di recente giubilato al Senato. «Fate questo esperimento – dice rivolto ai presenti -, domani in parrocchia, chiedete la legge Zan. Chiedete quanti articoli ha? Cosa dice l’articolo 4, che dice poi il 7. È per questo che la scuola politica è importante». L’ultimo pensiero è per la ministra Lamorgese, con cui avrebbe dovuto incontrarsi da tempo. «Neanche lo chiedo più, rischio di essere fastidioso», constata con amarezza. In ogni caso, conclude, se «avesse voglia di confrontarsi e capire come si può fare a bloccare gli sbarchi, che sono quasi 60 mila, io ci sono. Altrimenti auguri all’Italia».
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