La fidanzata di Khashoggi chiede a Justin Bieber di rinunciare al concerto a Gedda (video)

22 Nov 2021 10:40 - di Paolo Lami
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Con una lettera aperta pubblicata sulla Washington Post, il quotidiano per il quale lavorava Jamal Khashoggi, la fidanzata del giornalista saudita ucciso nel consolato di Riad a Istanbul da uomini inviati appositamente dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman chiede al cantante Justin Biber di rinunciare al concerto a Gedda, in Arabia Saudita, previsto per il prossimo 5 dicembre.

Hatice Cengiz, cittadina turca e compagna di Khashoggi che aveva accompagnato quel fatidico 5 ottobre del 2018 al consolato per prendere i documenti utili al loro matrimonio invita Bieber a rinunciare all’esibizione, programmata al termine del Gran Premio di Formula Uno in Arabia Saudita, per rispetto del giornalista saudita ucciso, fatto a pezzi e sciolto nell’acido da un gruppo di killer all’interno dell’ambasciata su mandato  del principe ereditario Mohammed bin Salman, rimasto impunito nonostante sia indicato come mandante in diverse inchieste.

«Poco più di tre anni fa – scrive Cengiz sulla Washington Post – il mio fidanzato è entrato nel consolato saudita a Istanbul pensando di ritirare alcuni documenti necessari per il nostro matrimonio. Invece è stato assassinato su ordine del principe saudita Mohammed bin Salman. Da allora, molte organizzazioni e individui per la difesa dei diritti umani, me compresa, chiedono giustizia. Per questo motivo ti chiedo di annullare la tua esibizione».

E ancora rivolta a Bieber: «Questa è un’opportunità unica per inviare un messaggio potente al mondo che il tuo nome e il tuo talento non saranno usati per ripristinare la reputazione di un regime che uccide i suoi oppositori».

«Non ci sono dubbi – prosegue nella lettera la fidanzata di Khashoggi – sulle circostanze dell’omicidio di Jamal. Un’indagine delle Nazioni Unite ha definito l’assassinio un “crimine internazionale” e ha ritenuto “responsabile” l’Arabia Saudita. Anche l’intelligence Usa ha incolpato lo stesso principe ereditario. So che ti dedichi ai tuoi fan e stai andando in Arabia Saudita per loro. Tuttavia, ci sono centinaia di sauditi, di tutte le età, origini e credenze religiose, che marciscono in prigione, puniti per aver semplicemente espresso la loro opposizione alla spietata dittatura saudita del principe“.

«Non cantare per gli assassini del mio amato Jamal. Per favore, parla e condanna il suo assassino, Mohammed bin Salman. La tua voce sarà ascoltata da milioni di persone», conclude la lettera della compagna di Khashoggi.

L’appello di Hatice Cengiz a Bieber non è che uno dei tanti che la fidanzata di Khashoggi ha fatto in questi ultimi anni alla comunità internazionale trovando quasi sempre indifferenza e talvolta fastidio perché l’Arabia Saudita è costantemente corteggiata così come lo è il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.

Basti pensare ai salamelecchi fatti da Matteo Renzi al principe quando il rignanese si prestò a farsi intervistare da bin Salman – che cercava assist per ripulirsi la reputazione – per celebrare urbi et orbi il cosiddetto “Rinascimento arabo” esponendo l’Italia ad una figuraccia mondiale.

Mohammad Bin Salman? “È un mio amico, lo conosco da anni. E non c’è nessuna certezza che sia il mandante dell’omicidio Kashoggi. Sul quale peraltro da parte mia c’è una condanna piena evidente. Se voi – disse rivolgendosi ai giornalisti – avete certezze sul mandante non è così per l’amministrazione Biden. E io mi fido più di quest’ultima”. Ma le cose non stanno affatto così.

L’intelligence Usa ha raccolto prove evidenti del coinvolgimento di Mohammad Bin Salman nel brutale assassinio di Khashoggi. E, come se non bastasse, ci sono le intercettazioni dei turchi che avevano imbottito il consolato di microfoni e che restituiscono, in diretta, in maniera agghiacciante, tutte le fasi dell’omicidio del giornalista all’interno del consolato di Riad a Instambul.

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