Il software di spionaggio Pegasus finisce nella black list Usa assieme alla Nso Group

3 Nov 2021 19:48 - di Roberto Frulli

Finisce nella black list del ministero del Commercio degli Stati Uniti l’azienda israeliana Nso Group produttrice dell’invasivo software di spionaggio Pegasus utilizzato dai servizi di intelligence e dai governi di mezzo mondo spesso per incastrare gli oppositori.

L’inserimento nella black list statunitense di Nso Group e, quindi, di Pegasus limita la sua capacità di acquisire tecnologia Usa per lo sviluppo dei propri prodotti.

La Nso Group, come è emerso lo scorso anno, è la produttrice del software Pegasus, utilizzato anche da entità private per spiare i telefoni di giornalisti, oppositori e attivisti dei diritti umani.

Insieme alla Nso Group è stata inserita nella lista nera anche un’altra azienda israeliana, la Candiru, con sede a Tel Aviv, anch’essa esponente della crescente industria israeliana specializzata in prodotti di derivazione militare per lo spionaggio informatico.

La decisione, riporta il Financial Times, riflette la preoccupazione di Washington per la potenziale minaccia rappresentata dalla continua diffusione dei sistemi di sorveglianza elettronica.

La Nso Group si è più volte difesa sostenendo che i propri software vengono venduti solamente a entità governative, per fronteggiare il terrorismo e la criminalità organizzata e con l’approvazione delle autorità israeliane.

Un portavoce dell’azienda produttrice di Pegasus non ha voluto però commentare la decisione delle autorità Usa.

Secondo una ricerca di Microsoft e dell’Università di Toronto, la Candiru avrebbe invece sfruttato le vulnerabilità nei prodotti Microsoft e Google, i cosiddetti bug, consentendo ad alcuni governi di hackerare le comunicazioni di oltre un centinaio di giornalisti, attivisti e dissidenti politici a livello globale.

Il Dipartimento del Commercio di Washington ha spiegato che l’inserimento delle due aziende nella ‘black list‘ si basa sulle “prove che queste entità hanno sviluppato e fornito prodotti spyware a governi stranieri che hanno usato questi strumenti per spiare funzionari governativi, giornalisti, imprenditori, attivisti, accademici e dipendenti delle ambasciate“.

Questi prodotti, ha aggiunto il Dipartimento del Commercio, hanno consentito a questi governi stranieri di attuare una forma di “repressione transnazionale”, propria dei governi autoritari“, che rappresenta una “minaccia” per lo stato di diritto internazionale.

Nella lista nera del Dipartimento del Commercio sono state inserite anche l’azienda russa Positive Technologies e la Computer Security Initiative Consultancy di Singapore, entrambe accusate di “trafficare in strumenti cibernetici” utilizzati per ottenere accesso non autorizzato a sistemi informatici.

 

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