Il fumetto “L’Angelo di Budapest” presentato al Senato con La Russa e l’ambasciatore ungherese

9 Nov 2021 17:15 - di Annamaria Gravino
angelo di budapest

È un fumetto, certo. Ma L’Angelo di Budapest – I giorni della Rivolta, la graphic novel di Ferrogallico sulla ribellione anti sovietica nell’Ungheria del 1956, è anche molto altro: è un piccolo compendio storico, grazie al saggio introduttivo firmato dal giornalista e storico Umberto Maiorca; un racconto per immagini, grazie all’appendice di foto che provengono dagli archivi ungheresi; è, per questo, nei fatti, anche il catalogo della mostra fotografica collegata alla presentazione del volume e allestita presso i locali della Fondazione An, in via della Scrofa. È, infine, «l’incontro di culture e popoli nel segno della storia», come sottolineato dall’Ambasciatore d’Ungheria in Italia, Ádám Zoltán Kovács, nel corso della presentazione che si è tenuta al Senato, nella Sala Caduti di Nassiriya, dove il gruppo di FdI, ha voluto ospitarla.

La Russa ricorda la lunga amicizia tra destra italiana e  popolo ungherese

È stato il vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa, a sottolineare come questa iniziativa promossa nella data simbolica del 9 novembre, sia la «testimonianza dell’amicizia tra l’Italia e l’Ungheria, che oggi è forte, ma che per chi viene dalla militanza a destra lo è sempre stata». La Russa ha così ripercorso il legame speciale che unisce la destra italiana a quel pezzo di storia ungherese, tanto cruciale per l’intera storia europea. «Per noi», ha spiegato La Russa, ricordando i sentimenti di quei giorni d’Ungheria e canzoni come Avanti ragazzi di Buda e Budapest di Leo Valeriano, «c’era l’ammirazione per il coraggio dei giovani ungheresi, ma anche la frustrazione per la pavidità dell’Occidente».

Il sacrificio dei ragazzi di Budapest

L’Angelo di Budapest racconta la rivolta dei giovani ungheresi tra realtà e fiction, inserendo nella cornice dei fatti storici la vicenda di un protagonista di fantasia, sebbene modellato sui profili dei tanti ragazzi che combatterono per la libertà della propria terra. E «per il proprio futuro, sapendo che andavano incontro al rischio concreto di non poterlo vivere», ha sottolineato il direttore editoriale di Ferrogallico, Federico Goglio, parlando del «paradosso bellissimo e potente» che incarna chi è pronto a sacrificare la propria vita per il futuro della propria comunità. I numeri di questo sacrificio sono ricostruiti da Maiorca nella sua introduzione, che ha tutto il valore del saggio storico. E sono numeri impressionanti: 2.500 morti nella sola Budapest, 1.200 esecuzioni sommarie stimate, 20mila feriti, 200mila profughi.

“L’Angelo di Budapest”: una graphic novel che ha il ritmo del thriller

La graphic novel non è inedita: Ferrogallico l’ha portata in Italia, traducendo un’opera realizzata in Ungheria in occasione del 60esimo anniversario della rivolta, per volontà del governo. Lo hanno firmato lo scrittore e docente Gabor Tallai e il disegnatore Attila Futaki, che ha al suo attivo anche la versione a fumetti della saga Disney di Percy Jackson. La storia, che prende le mosse nella San Diego del 1988, racconta di John Angel, ricco imprenditore americano di origini ungheresi, che nel corso di una narrazione avvincente come un thriller, scopriamo essere, in realtà, Janos Angyal, rivoluzionario leggendario, che in gioventù sfidò i carri armati sovietici.

L’Ambasciatore: «Noi, liberi e sovrani, anche grazie a questi giovani»

«L’Ungheria – ha sottolineato ancora l’ambasciatore Kovács – oggi è libera, sovrana, indipendente anche grazie a questi ragazzi. Il messaggio che ancora ci mandano è che se un popolo decide di prendere in mano il proprio destino e seguire la sua identità e la sua autodeterminazione, anche se i mezzi sono impari, può esprimere una grandissima forza contro i poteri anche più oppressivi». Una lezione che il popolo ungherese ha consegnato alla coscienza d’Europa 65 anni fa e che oggi, sebbene in un contesto molto diverso, sembra decisa a voler rinnovare.

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