Dal pc del manager Di Fazio spuntano i volti di altre donne nude. Il gip: violentatore seriale

30 Nov 2021 17:14 - di Paolo Lami

Da cellulari e pc sequestrati all’ex-manager Antonio Di Fazio spuntano “numerose altre fotografie (alcune recuperate dalla cartella foto eliminate) ritraenti giovani donne nude o seminude, in atteggiamento soporoso riferibili ad altre vittime non ancora identificate, risalenti anche ad alcuni anni fa”.

Lo svela la nuova ordinanza cautelare in carcere firmata dal gip di Milano, Chiara Valori, nei confronti dell’uomo che deve rispondere di violenza sessuale aggravata dall’uso di sostanze narcotizzanti nei confronti di quattro donne e di tentato omicidio, atti persecutori e violenza sessuale aggravata in danno dell’ex-moglie.

Per i magistrati non ci sono dubbi: Antonio Di Fazio è un uomo con comportamenti “seriali, caratterizzati da un modus operandi progressivamente affinato nel tempo e fattosi man mano sempre più subdolo e al contempo più spregiudicato, forse proprio grazie alla maturata acquisizione della consapevolezza della resistenza che le vittime hanno incontrato nel denunciare“.

A notificargli in carcere la nuova ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Milano Chiara Valori sono stati i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Milano Porta Monforte.

Le indagini hanno consentito di raccogliere “gravi, precisi e concordanti” indizi di colpevolezza nei confronti di Antonio Di Fazio.

La seconda ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Antonio Di Fazio, in definitiva, conferma la “serialità” del suo agire, “costante almeno a partire dal 2008, pare anzi – scrive il gip di Milano Chiara Valori – progressivamente sempre più spregiudicato, pervasivo e violento, ma al contempo sempre più subdolo ed affinato, proprio allo scopo di introdurre le vittime in uno stato di confusione mentale” attraverso l’uso di benzodiazepine “tali da impedire loro di ricordare qualsiasi cosa, così di fatto precludendo ogni reazione possibile”.

L’unica misura possibile, sostiene il gip, è il carcere “vista l’ampia libertà di mezzo e di movimento dimostrare dal Di Fazio, la pervicacia delle condotte, la capacità affabulatoria e l’alacrità con cui ha cercato di sviare le indagini“.

“Quando mia figlia si è resa conto che Di Fazio era un millantatore e che ci aveva messo in ginocchio, creandoci solo problemi economici, si è allontanata da lui (…). Da lì è iniziato un incubo, io e mia figlia l’abbiamo addirittura visto al cimitero. Aveva una vera ossessione nei confronti di mia figlia e ho avuto molta paura per mia figlia che viveva in uno stato di angoscia“, racconta ai magistrati la madre di una vittima dell’ex-imprenditore Antonio Di Fazio.

Nonostante i ripetuti episodi la vittima non ha sporto querela, confermando, secondo il gip di Milano Chiara Valori, “l’estrema capacità” dell’indagato “di intimorire le persone che lo circondavano inducendole persino a rinunciare ad ogni reazione legale a propria tutela, nel timore di ulteriori ritorsioni“.

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