Cuba, l’inno anticomunista Patria y Vida vince il Grammy latino. E’ diventato la bandiera dei ribelli
La canzone “Patria y Vida“, diventata l’inno di protesta di una nuova generazione di cubani contro il regime castrista, ha vinto giovedì notte il Latin Grammy come miglior brano dell’anno. «È finita, è scaduto il vostro tempo, è stato rotto il silenzio», queste le parole del ritornello anti-governativo. Un rap contro la dittatura comunista di cui si vuole la fine.
La canzone è firmata da Yotuel Romero, Descemer Bueno, Maykel Osorbo Castillo, Eliecer “El Funky” Márquez e dalla coppia del reggaeton Gente de Zona, Alexander Delgado e Randy Malcom. “Dall’uscita, a febbraio – scrive Repubblica – “Patria y Vida” ha prodotto guai e gloria, anche perché il titolo ha commesso il peccato mortale di giocare sullo slogan che Fidel Castro usava per infarcire i suoi discorsi, “Patria o Muerte”. Il presidente Miguel Díaz-Canel l’ha attaccata. L’ex ministro della Cultura Abel Prieto l’aveva definita «pamphlet musicale». Le critiche hanno prodotto l’effetto opposto, trasformando la canzone in simbolo della ribellione. L’accesso a Internet, che a Cuba è completo dal 2018, ha reso virale il video, con più di nove milioni di visualizzazioni”.
“Patria y Vida” è diventato un logo, una bandiera dei ribelli e dei 650 dissidenti in carcere, tra cui anche due autori dell’inno anti-regime. Questo il ritornello della canzone “Patria y Vida”: “E’ finita, è scaduto il vostro tempo, è stato rotto il silenzio/ E’ finita, sono finite le risate, le lacrime stanno scorrendo/ E’ finita, non abbiamo paura, è finito l’inganno/ E’ finita sono sessantadue anni che fate danni”.
E ancora gli artisti che eseguono il brano cantano: “Non più bugie, il mio popolo chiede libertà, niente più dottrine/ Non gridiamo più Patria e Morte ma Patria e Vita/ E abbiamo iniziato a costruire quello che sognavamo, quello che hanno distrutto con le loro mani/ Che smetta di scorrere sangue, per il fatto di pensarla diversamente/Chi vi ha detto che Cuba è vostra, se Cuba è di tutta la mia gente”.