Virus sinciziale, i cinque campanelli d’allarme da non sottovalutare secondo i pediatri
Il virus respiratorio sinciziale “non è nuovo e lo sanno bene i pediatri e le mamme con figli piccoli che lo conoscono da moltissimo tempo”. Lo ha affermato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ospite di ‘TimeLine’ su SkyTg24, commentando l’epidemia di casi in Italia di virus respiratorio sinciziale. “Quello che sta accadendo – ha aggiunto – è che oggi la circolazione è maggiore e in anticipo e questo impegna con un ulteriore aggravio le nostre strutture ospedaliere di pediatria e terapia intensiva pediatrica già sotto pressione per il Covid”.
Virus sinciziale, i segnali cui fare attenzione
Inappetenza, apnea, respiro affannoso: sono questi i campanelli d’allarme che i genitori non devono sottovalutare nei bambini piccoli e che necessitano di una valutazione in ospedale. L’indicazione arriva dai medici della Società italiana di pediatria (Sip) che suggeriscono le “Cinque cose da sapere sul virus respiratorio sinciziale“, in merito all’infezione che, in questo periodo in anticipo rispetto agli anni precedenti, sta provocando in Italia il ricovero di bimbi con polmoniti e bronchiolite acuta.
Quando recarsi in ospedale
In particolare, rispetto a ‘cosa i genitori devono fare’ e ‘quando è necessario recarsi in ospedale’, i pediatri ricordano che “la bronchiolite è una malattia dinamica e quindi è importante che i genitori siano informati sulla possibile evoluzione e peggioramento del quadro clinico e venga attuato uno stretto monitoraggio con il pediatra curante. I segnali di allarme da non sottovalutare e che devono condurre ad una valutazione ospedaliera sono principalmente: la riduzione dell’alimentazione che rappresenta il primo segno che il bambino sta peggiorando ed è spesso la principale causa di ricovero ospedaliero; la presenza di episodi di apnea (momenti di interruzione del respiro); la comparsa di difficoltà respiratoria: il bambino respira più velocemente ed è affannato, sono presenti rientramenti al torace e al giugulo (cioè è più marcata la fossetta tra il collo e lo sterno).
Colpisce i bambini nei primi mesi di vita
Inoltre il “virus respiratorio sinciziale o Vrs, è un patogeno respiratorio molto comune, capace di infettare l’apparato respiratorio di pazienti di qualunque età, ma principalmente colpisce i bambini nei primi anni di vita. Solitamente provoca il raffreddore (infezione delle vie aeree superiori), ma specialmente nei bambini nei primi mesi di vita l’infezione da Vrs può raggiungere le vie aeree inferiori ed i polmoni causando la bronchiolite acuta (un’infiammazione delle vie aeree inferiori) o la polmonite.
Virus sinciziale, si trasmette facilmente da persona a persona
La quarta cosa da sapere è che “il Vrs si diffonde facilmente da persona a persona. L’infezione si contrae attraverso le mucose di naso, bocca e occhi. Quando una persona infetta tossisce o starnutisce, rilascia in aria delle particelle che contengono il virus. Tali particelle possono essere inalate, oppure si possono depositare sulla bocca, sul naso o sugli occhi. In particolare, l’infezione si contrae toccando con le mani le secrezioni nasali o buccali infette e quindi strofinandosi gli occhi o il naso. Il Vrs può sopravvivere per molte ore sulle superfici dure come tavoli, maniglie delle porte, giocattoli e culle.
Un virus che non dà febbre elevata
Da sapere c’è anche il fatto che “i sintomi del virus respiratorio sinciziale sono simili a quelli di altre infezioni respiratorie virali e sono rappresentati da rinorrea, tosse secca e stizzosa e febbre (nella maggior parte dei casi non elevata). Successivamente possono comparire i segni di una riduzione dell’alimentazione e poi difficoltà respiratoria, in genere in 3°-5° giornata di malattia”.