Roma, dopo Calenda anche Michetti rinuncia al seggio in Consiglio: «Sarò più utile da esperto»
Enrico Michetti non entrerà nell’aula “Giulio Cesare” del Campidoglio. In una nota diffusa alle agenzie, infatti, il candidato sindaco del centrodestra ha rassegnato le dimissioni dalla carica di consigliere comunale per lasciare posto a Federico Rocca, di Fratelli d’Italia. Analoga scelta aveva già compiuto qualche giorno fa Carlo Calenda. «La mia decisione – si legge nel comunicato – nasce dalla consapevolezza dell’importanza di continuare ad assicurare in via prioritaria la formazione, l’aggiornamento e l’assistenza ad amministratori e funzionari pubblici. Un ambito cui dedicherò il massimo impegno per proseguire il percorso di valorizzazione delle risorse umane della Pubblica amministrazione».
A Michetti subentra Federico Rocca, di FdI
Michetti ha tenuto tuttavia a sottolineare che resterà a disposizione di Roma Capitale. Lo farà nella veste di esperto e, sottolinea, «senza alcuna spesa a carico delle casse comunali». Non è poco. «In tal modo – ha proseguito – potrò continuare ad offrire un contributo civico indubbiamente superiore rispetto a quanto potrei garantire da consigliere di opposizione». Infine, il ringraziamento «a coloro che mi hanno sostenuto». Chi invece resterà invece in Consiglio comunale è Simonetta Matone, che correva come prosindaca in ticket con Michetti. Diversamente da quest’ultimo, però, lei ha partecipato alle elezioni come candidata risultando, con ben 5107 preferenze, la più votata della sua lista.
La Matone: «Un po’ mi dispiace»
Normale, quindi, che abbia deciso di rappresentarli. Comunque sia, anche lei sperava in un diversa valutazione da parte di Michetti: «Un po’ mi dispiace di non averlo come compagno di strada». Parla invece di «decisione sorprendente» Maurizio Gasparri, molto critico circa la scelta di comunicare le dimissioni a mezzo stampa. «Francamente – ha lamentato il senatore forzista – non ci pare rispettosa degli elettori e delle forze politiche che gli sono state accanto. Ragione in più per riflettere con più attenzione sulle scelte che si dovranno fare in futuro. Che non dovranno – ha concluso – essere improvvisate bensì ben più tempestive e meditate».