Rachele Mussolini: «Il record di voti? Il cognome non c’entra, premiato il mio impegno per Roma»

6 Ott 2021 8:41 - di Alessandra Danieli

“Prima i suoi colleghi mi intervistavano soltanto per il cognome che porto. Durante l’ultima consiliatura mi hanno cercato per le iniziative che ho assunto in consiglio comunale. Non mi sono risparmiata sul territorio”. Rachele Mussolini prima degli eletti di Fratelli d’Italia nell’assemblea capitolina, con oltre 8000 preferenze, rivendica il lavoro svolto nell’Aula Giulio Cesare. Gli elettori hanno premiato la sua attività politica.  “Mi hanno votato per quel che posso fare per la città di Roma”.

Mussolini: mi votano per quello che faccio

Il cognome non c’entra, racconta a Repubblica, la nipote del duce, figlia di Romano Mussolini Un cognome pesante con il quale – dice – “ho imparato sin da bambina a convivere. A scuola mi additavano, ma poi è venuta fuori Rachele. E  la persona prevale sul proprio cognome. Ho molte amiche di sinistra. Una ha certamente votato per me». Ha scelto Calenda o Gualtieri, e poi me”.

“Ho costruito ottimi rapporti con il Pd”

La consigliera di Fratelli d’Italia racconta di avere un’attitudine al confronto con gli altri.  “In consiglio comunale ho costruito ottimi rapporti con i colleghi del Pd. La politica è una cosa, i rapporti umani un’altra”.  Della sua famiglia ricorda la grande apertura. “Papà è stato un jazzista importante. Mi ha educato alla tolleranza. Ha portato il suo cognome con molta dignità. Inizialmente si esibiva con uno pseudonimo, poi anche per lui il jazzista ha prevalso sul cognome”.

“Di nonna Rachele ho pochi ricordi”

Si chiama come la moglie del Duce. Che ricordi ha di sua nonna? “Pochi frammenti. L’andavo a trovare a Villa Carpena. Avevo cinque anni quando è morta”, ricorda l’esponente di FdI.  Che non si sottrae alle domande, inevitabili e scontate, sull’inchiesta di Fanpage. L’esaltazione del Ventennio l’ha sempre lasciata molto perplessa. “Anche mio padre era così. Se uno gli faceva il saluto romano lui si schermiva”.

“Vado a Predappio perché è sepolto mio padre”

Ma non basta. La giornalista incalza: “Lei ha mai fatto il saluto romano?. “No”, risponde la Mussolini. Però va a Predappio, insiste la cronista forse pensando di coglierla in fallo. “Lì è sepolto mio padre”, risponde la nipote di Benito Mussolini. C’è la cripta  della sua famiglia… Sul fascismo sospende il giudizio. Preferisce discutere della città di Roma e si prepara al ballottaggio. Di Michetti dice che è “la persona giusta. Ha dalla sua una grandissima competenza”. Sull’operato politico di Virginia Raggi non ha dubbi. «L’ho spesso difesa, quando veniva attaccata sul piano personale. Sul piano politico la boccio completamente. Per dirne una: aveva promesso la differenziata al 70 per cento, e l’ha lasciata al 45“.

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