Montesano è il nuovo Grillo? Vuole fare un partito no vax, ma il triestino Puzzer lo smentisce

24 Ott 2021 17:58 - di Adele Sirocchi
Montesano

Enrico Montesano al Circo Massimo con davanti una folla di 700 No green pass. Che invoca la resistenza, che denuncia il capitalismo della sorveglianza, che alla fine dice: nel futuro creiamo una formazione che ci rappresenti. Raccomanda anche metodi pacifici ai no Green pass ma solo oggi si viene a sapere che una dottoressa è stata presa a testate in metropolitana proprio da una dei manifestanti accorsi ad applaudirlo.

Il pensiero, vedendolo mentre arringa la folla e intona con loro il coro “Giù le mani dai bambini”,  va subito a Beppe Grillo che radunò le sue truppe al grido di “onestà, onestà”. Montesano arringa le folle al grido di “libertà, libertà” ma il metodo è sempre lo stesso. Si cavalca una confusa carica ribellistica e antisistema e la si indirizza contro le “caste”. La casta dei virologi, dei medici, dei giornalisti. E soprattutto degli odiati politici. Anche se Montesano non è stato sempre insensibile alle sirene della politica.

Alla metà degli anni Settanta – ricorda Agi.it –  Montesano aderì al Psi incidendo anche un 45 giri in cui invitava gli elettori a votare socialista.

“Nel 1993 si candida con il Pds alle elezioni comunali di Roma risultando risultando il più votato della lista con 8.300 preferenze. L’anno successivo si presenta alle europee e viene eletto con 144.004 preferenze. L’esperienza al Parlamento Europeo, tuttavia, lo delude. Mesi dopo la sua elezione dirà, tra l’altro, “Non vedo una Europa dei popoli, ma dei burocrati”. Si dimette dall’incarico il 24 ottobre 1996, prima di maturare il vitalizio”. Poi venne l’apertura di credito al neosindaco di Roma Gianni Alemanno e quindi la simpatia per il M5S. 

Oggi Montesano è esponente di punta della piazza no vax. Immagina nell’immediato futuro una nuova forza politica che rappresenti i “resistenti” alla dittatura sanitaria e chiama “fratelli” i manifestanti di Trieste. Ma è lo stesso Stefano Puzzer, portavoce dei portuali ribelli del capoluogo giuliano, a smentirlo. Il Coordinamento 15 ottobre – afferma – “non è un’organizzazione politica, è un’organizzazione spontanea che finirà quando le nostre richieste saranno accolte e messe in campo”. Intervistato a ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3 ha detto:  “Non ho nessuna voglia di fare politica, ho solo voglia che i miei diritti siano rispettati. Sono un facchino e voglio tornare a fare il facchino”.

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