Milano, 90enne uccisa in casa con un colpo di ferro da stiro. Il mistero degli spioncini oscurati
Uccisa con un violento colpo alla testa inferto con un ferro da stiro. È l’elemento da cui partono gli inquirenti al lavoro sul giallo milanese di via Ponte Seveso, dove i vigili del fuoco – che i passanti hanno chiamato insospettiti dal fumo che usciva dalla finestra di un palazzo – hanno trovato una donna di 90 anni morta in casa. Molto probabilmente uccisa da chi poi, subito dopo, potrebbe aver appiccato il fuoco. Che ha riempito la casa di fuliggine e impedito per un po’ anche il lavoro della scientifica. La donna è una vedova senza figli e al momento non c’è una pista precisa da seguire. Come spesso accade, dunque, la polizia comincerà dal visionare il contenuto di alcune telecamere sulla strada, per individuare chi ha avuto accesso alla casa.
Milano, 90enne uccisa con un colpo di ferro da stiro
È morta così Fernanda Cochi, la 90enne trovata senza vita venerdì pomeriggio nell’appartamento vicino alla Stazione Centrale, in cui la vittima – vedova e senza figli – viveva da sola. L’allarme è scattato intorno alle 15.00 quando i passanti, che hanno visto il fumo uscire da una finestra del primo piano di un palazzo al civico 26 di via Ponte Seveso, hanno chiamato i vigili del fuoco. I quali, entrati nell’abitazione, hanno trovato la vittima nel salone: riversa sul pavimento. E ormai priva di vita. Non solo: gli specialisti del Saf hanno subito individuato il principio d’incendio e capito il dolo all’origine, probabilmente innescato per coprire i segni dell’omicidio e le tracce dell’assassino.
Il mistero degli spioncini oscurati delle due porte sul pianerottolo
La donna, riferisce Milano Today: «Con problemi di vista e di udito, ma comunque autosufficiente e ancora autonoma, sarebbe stata uccisa con un colpo di ferro da stiro, trovato ancora sporco di sangue nell’appartamento. La casa era in ordine e al momento non è possibile capire se dall’abitazione sia sparito qualcosa. Anche se l’ipotesi di una rapina finita male sembra, al momento, la più probabile. La porta non era chiusa a chiave e si poteva aprire dall’esterno. Inoltre lo spioncino era oscurato con un pezzo di carta incollato. Così come quello dell’ingresso all’abitazione vicina».
Al vaglio le immagini delle telecamere del condominio
Un dettaglio particolare, quello degli spioncini oscurati delle due porte presenti sul pianerottolo, che ha notato per primo un commerciante della zona che conosceva molto bene la vittima. E accorso per primo alla vista del fumo. Un dettaglio significativo che ora gli agenti della Squadra Mobile al lavoro sul caso cercheranno di decriptare. Così come passeranno al setaccio le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza del condominio che potrebbero aver ripreso le immagini dell’omicida.