Lasciò morire di sete una bambina incatenata sotto al sole: condannata una tedesca militante dell’Isis
Una donna tedesca è stata condannata a dieci anni di carcere come ‘sposa dell’Isis‘ e per aver lasciato morire di sete una bambina della minoranza yazida in Iraq. La donna, ora tornata in Germania e identificata solo come Jennifer W., è stata riconosciuta colpevole dal tribunale di Monaco di appartenenza a gruppo terroristico all’estero, aiuto e complicità in tentativo di omicidio, tentato crimine di guerra e crimini contro l’umanità.
La trentenne, originaria della Bassa Sassonia, era partita per l’Iraq dopo aver aderito allo Stato Islamico. Secondo la procura federale non è intervenuta quando il marito jihadista ha incatenato una bambina yazida in un cortile in Iraq, lasciandola morire di sete. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo, mentre la difesa aveva sostenuto una pena massima di due anni per appartenenza allo Stato Islamico.
La persecuzione degli Yazidi da parte dell’Isis
Nel nord-ovest dell’Iraq, nella piana di Ninive, vive la minoranza etnico-religiosa degli yazidi, un popolo ricco di storia sotto diversi punti di vista affine ai conterranei curdi, ma da questi distinto sotto il profilo culturale.
Un rapporto di Amnesty International pubblicato il 30 luglio, sostiene che almeno 2.000 bambini della comunità yazida in Iraq non stanno ottenendo l’aiuto di cui avrebbero bisogno per affrontare i traumi figli della barbarie vissuta. Secondo lo studio della ong britannica, i sopravvissuti agli abusi e ai massacri compiuti dall’Isis – attualmente vivono nella regione del Kurdistan dell’Iraq – “sono stati di fatto abbandonati” e stanno combattendo per riprendersi dalle violenze subite.