Il leghista Ciocca: ma se Jonghi Lavarini mi mandava affan…, come faccio a fare lobby con lui?
Il pool di avvocati incaricati da Angelo Ciocca, europarlamentare della Lega tirato in ballo nell’inchiesta di Fanpage, è al lavoro per ribattere alle accuse che stanno arrivando sull’esponente politico del Carroccio. “Siamo a lavoro su due denunce molto articolate“, annuncia Ciocca all’Adnkronos.
“Quando si presenta denuncia bisogna evitare due cose: la prima che venga archiviata perché altrimenti non si raggiunge l’obiettivo e la seconda di non prendere una controquerela perché magari uno ipotizza qualcosa che non trova elementi nella realtà. Stiamo scrivendola”, spiega.
La prima denuncia è contro il comportamento di Jonghi Lavarini
“La prima denuncia sarà nei confronti di un presunto comportamento illecito di Roberto Jonghi Lavarini, la seconda denuncia è per le diffamazioni che ovviamente sono arrivate coinvolgendo la mia persona in una situazione che non mi appartiene, ossia in un contesto di estremismo di destra. La terrò molto larga, ho 90 giorni per presentare l’integrazione della denuncia, quindi capirò cosa succede in questo arco di tempo e dal post di Facebook a qualsiasi altra azione che danneggia la mia immagine sono pronto a far valere i miei diritti”, aggiunge Ciocca che sta ricevendo molti insulti. “Sarà una denuncia aperta a tutti coloro presi da qualche travaso di bile” sottolinea l’europarlamentare che annuncia il deposito delle denunce a stretto giro: “Vorrei non andare oltre oggi anche se domani la procura è aperta”.
Ciocca: ho un messaggio in cui mi manda a fare in c…, come facevo ad avere rapporti politici con lui?
Angelo Ciocca nega qualsiasi rapporto con Jonghi Lavarini. E intende allegare alla denuncia anche un messaggio dello stesso “Barone nero” che così scrive all’europarlamentare leghista: “Non ci hai dato alcuna risposta concreta, alcun ruolo operativo e nessuno spazio politico: solo chiacchiere e sorrisi. E poi sei scomparso senza farti più sentire: ce ne ricorderemo al momento opportuno. Per ora possiamo solo mandarti a fare in c…!” .
“Quel messaggio dimostra – spiega Ciocca – che se Jonghi Lavarini avesse fatto uso del mio nome in modo improprio, non ne aveva nessun titolo, perché il non rapporto è certificato da quel WhatsApp che lui due anni fa mi inviò”.