Crac Banca Etruria: 22 assoluzioni su 23 imputati, le parti civili annunciano appello

1 Ott 2021 13:43 - di Roberto Frulli
LO YACHT PRIVILEGE FINANZIATO DA BANCA ETRURIA: UNA DELLE TANTE AVVENTURE FALLITE CON I SOLDI DEI RISPARMIATORI

Per il Tribunale di Arezzo che ha assolto in primo grado 22 dei 23 imputati nel processo per il crac di Banca Etruria, la causa drl dissesto non sarebbe interna all’Istituto di credito ma esterna e da ascrivere  all’unico imputati condannato, il finanziere trentino Alberto Rigotti, ex-consigliere di amministrazione, a cui è stata inflitta una pena di 6 anni di reclusione per il reato di bancarotta.

Si è concluso così con 22 assoluzioni (perchè il fatto non sussiste) su 23 imputati il maxi processo per il crac di Banca Etruria.

La sentenza emessa questa mattina dal Tribunale di Arezzo relativamente al filone principale di indagine sul dissesto dell’istituto di credito aretino è stata pronunciata dal presidente del collegio, Gianni Fruganti.

La Procura di Arezzo aveva chiesto la condanna per tutti e 24 gli imputati (uno nel frattempo è deceduto nella scorsa estate), tra ex-componenti dei consigli di amministrazione e dirigenti dell’istituto di credito, accusati, a vario titolo, dei reati bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice.

Nel corso della requisitoria i sostituti procuratori Julia Maggiore e Angela Masiello avevano chiesto pene che in totale assommavano a 64 anni di reclusione.

Le pene richieste andavano da un massimo di 6 anni e 6 mesi (per Rigotti) ad un minimo di un anno.
E ora, dopo il verdetto, le parti civili hanno già annunciato che presenteranno ricorso contro la sentenza di assoluzione.

Ad Alberto Rigotti sono state contestate dalla Procura le sofferenze accumulate dal gruppo Abm Network per circa 15 milioni di euro.

Rigotti, il cui voto fu determinante per l’uscita di scena dello storico presidente di Banca Etruria Elio Farali e per l’ingresso al suo posto di Giuseppe Fornasari, avrebbe attinto a più riprese, secondo quanto sostenuto dall’accusa, alle casse dell’istituto.

Gli altri imputati assolti sono Giorgio Guerrini, il cui nome per la Procura era collegato all’affare dello Yacht Prestige di Civitavecchia; Federico Baiocchi De Silvestri; Giovanni Inghirami, che è stato vice presidente di Banca Etruria; Augusto Federici; Lorenzo Rosi, ultimo presidente di Banca Etruria prima del commissariamento; Laura del Tongo; Andrea Orlandi; Ugo Borgheresi; Franco Arrigucci; Mario Badiali; Maurizio Bartolomei Corsi; Alberto Bonaiti; Luigi Bonollo; Piero Burzi; Paolo Cerini; Giampaolo Crenca; Paolo Fumi; Saro Lo Presti; Gianfranco Neri; Carlo Platania; Carlo Polci; Massimo Tezzon.

Il 24esimo imputato era il tributarista e docente universitario Enrico Fazzini, deceduto lo scorso 31 luglio all’età di 76 anni; per lui era stata chiesta una pena di 2 anni e 8 mesi.

“In Banca Etruria sono stati bruciati i risparmi di 35mila toscani, polverizzati 300 milioni di euro di obbligazioni e azioni, ma per questi giudici non c’è stato reato. Una vergogna infinita – accusa Letizia Giorgianni, presidente dell’associazione Vittime del Salvabanche parlando con l’Adnkronos.– Tutti assolti gli imputati accusati dalla Procura di Arezzo di bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice. Dal finanziamento allo Yacht Etruria, che ancora arrugginisce nel porto di Civitavecchia, al prestito Sacci (la più grossa delle sofferenze della fu Bpel) e alla San Carlo Borromeo, il resort del guru Armando Verdiglione, in questo immenso buco economico evidentemente – sottolinea Giorgianni – secondo il collegio presieduto dal giudice Giovanni Fruganti e composto dai giudici Ada Grignani e Claudio Lara non c’è stato reato. Tutti assolti, tranne che il capro espiatorio“.

 

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