Covid, il tasso di positività allo 0,76%. Sì dell’Ema alla terza dose per gli over 12 più a rischio

5 Ott 2021 19:28 - di Agnese Russo
terza dose

Sono stati 2.466 i nuovi casi di Coronavirus e 50 i morti nelle ultime 24 ore in Italia. Ieri i nuovi casi erano stati 1.612 e i decessi 37. Scende, però, pressoché dimezzandosi, il tasso di positività che passa dall’1,3% di ieri allo 0,76% di oggi calcolato su 322.282 i tamponi processati, tra molecolari e antigenici. Intanto, l’Ema allarga la platea di quanti possono ricevere la terza dose agli over 12 gravemente immunodepressi, dando il via libera a Moderna. Ieri aveva autorizzato la terza dose con Pfizer per gli over 18.

Calano ancora i ricoveri in terapia intensiva e reparto

Sul fronte dei ricoveri, si contano 4 pazienti in meno nelle terapie intensive, dove il totale dei posti letto attualmente occupati scende a 433 dai 437 di ieri. Calano anche i ricoverati con sintomi che sono 64 in meno e portano il totale dei pazienti nei reparti ospedalieri a 2.968. Gli attualmente positivi sono 92.096, vale a dire 871 in meno di ieri. I guariti nelle ultime 24 ore sono stati 2.446, che portano a 4.460.482 il totale delle persone che hanno superato la malattia da inizio pandemia. I contagiati dall’inizio dell’emergenza arrivano infine a 4.683.646 persone, delle quali 131.068 morte.

Il sì dell’Ema alla terza dose per gli over 12 «gravemente immunodepressi»

Sul fronte delle azioni per contrastare l’emergenza, è arrivata oggi una nuova autorizzazione da parte dell’Agenzia europea del farmaco. L’Ema, infatti, ha dato il via libera alla «terza dose del vaccino» anti-Covid «Spikevax (Moderna, ndr), somministrato almeno 28 giorni dopo la seconda, in soggetti gravemente immunodepressi over 12». A comunicarlo è stata la stessa azienda farmaceutica, sottolineando che «è promettente vedere che alcuni studi dimostrano come una terza dose del vaccino Moderna può migliorare la risposta immunitaria in questa popolazione così importante», ovvero «gli individui immunocompromessi che sono a più alto rischio di sviluppare una malattia grave se contagiati».

Lo studio di Moderna sui trapiantati

In particolare, Moderna ha fatto riferimento a uno studio randomizzato in doppio cieco su 120 pazienti sottoposti a interventi di trapianto di organo solido (cuore, rene, rene-pancreas, fegato, polmone e pancreas) «ha dimostrato – ha affermato Moderna – che una terza dose del vaccino Moderna ha migliorato la risposta in questi pazienti, rispetto a chi ha preso il placebo».

L’Ema: «La terza dose si usi quando c’è almeno una chiara indicazione»

Quanto all’Ema ha spiegato che «da parte nostra possiamo dire è che è importante che (la terza dose, ndr) si utilizzi in popolazioni per le quali c’è almeno una chiara indicazione» della necessità di un richiamo. L’Agenzia del Farmaco, la cui posizione è stata illustrata dal responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici per Covid-19, Marco Cavaleri (nella foto) ha però sottolineato che, pur cercando di «allineare il più possibile gli Stati membri sull’utilizzo», la decisione sull’uso da fare della terza dose è nelle mani di ciascun Paese, anche se si adottano «approcci un po’ diversi» tra loro.

Dall’Agenzia «solo una raccomandazione preliminare, non forte»

L’Ema ha quindi chiarito di non avere intenzione di entrare in questo merito. «In questo momento – ha precisato Cavalieri – è molto impegnativo entrare in questo terreno di discussione su quale popolazione dovrebbe ricevere la dose booster oppure no, perché questo è normalmente il tipo di decisione che viene presa a un livello nazionale o anche locale». «Quello che possiamo dire – ha proseguito l’esperto – è che vediamo che il rapporto rischio-beneficio del booster è positivo e che certamente è importate per le popolazioni per le quali c’è almeno una chiara indicazione» della necessità di averlo. Quella diffusa dall’Ema ieri, ha sottolineato ancora Cavalieri, è «una raccomandazione davvero preliminare, non una forte raccomandazione come qualche volta facciamo quando vediamo davvero il bisogno di un richiamo vaccinale a livello di popolazione generale». «È semplicemente una concessione per l’utilizzo del booster se – ha concluso l’esperto dell’Ema – ritenuto appropriato e considerando l’attuale situazione pandemica».

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