Conte alle corde verso i ballottaggi: assediato tra ami-nemici ambiziosi e grillini furibondi

7 Ott 2021 16:26 - di Chiara Volpi
Conte

Conte è alle corde. Il M5S che guida come leader di un’armata brancaleone allo sbaraglio e spazzata via dagli elettori imbufaliti e delusi e alle ultimo appuntamento elettorale, è all’angolo. Un pugile stonato che deve tenere botta, sotto l’onda d’urto di dissidenti anti-contiani pronti ad assestare – tra fronde e fughe dell’ultimo minuto – il colpo di grazia. E seguaci di un credo sempre più discusso e rinnegato, alacremente impegnati in una estenuante lotta di potere, condotti a colpi di polemiche e rivendicazioni per un posto in segreteria.

Conte è alle corde: stretto da fuochi “ami-nemici”

Proprio così: mentre gli analisti politici azzardano ipotesi e formulano scenari possibili con le urne ancora calde per l’infuocato risultato elettorale delle amministrative che ridotto in cenere quel che restava del M5S, Il Giornale di oggi prospetta l’ultimo scenario in atto in questa tragi-commedia a cinque stelle. Calato il sipario delle comunali, che non hanno lasciato a Giuseppi altra possibilità che congratularsi con gli alleati del Pd per la vittoria di Pirro conseguita a Napoli. E, soprattutto, con Virginia Raggi pronta a uscire di scena, ma non senza scagliare la prima pietra dello scandalo prima del commiato dal Campidoglio, Conte è alle strette. Alle prese con un Movimento martoriato da guerre intestine e rivendicazioni personalistiche che rischiano di affossare definitivamente il vascello corsaro pentastellato.

Il retroscena proposto e argomentato da “Il Giornale” (e non solo)

Non a caso, nel delineare la sua analisi. E, al tempo stesso, nel disegnare i contorni del retroscena che incombe sulla galassia pentastellata a rischio esplosione cosmica, il quotidiano diretto da Minzolini, scrive: «Il leader dei pentastellati, una volta chiusa la partita delle Comunali, dovrà pensare a completare la segreteria politica e tra i contiani è già partita una lotta per i posti di potere a disposizione. Un grillino di primo pelo riferisce a ilGiornale.it, rigorosamente sotto anonimato, che “già un secondo dopo aver votato Conte come presidente del movimento è partita la rissa per entrare in segreteria». Perché, è non sarebbe certo incomprensibile, «vari colleghi, o meglio colleghe, che si sentono in ombra, vogliono a tutti i costi ricoprire quel ruolo per avere visibilità», continua la fonte del Giornale.

Conte e le due cordate: quella degli anti-contiani e quella dei contiani “ambiziosi”

Che poi, formulato l’enunciato del problema che Conte è chiamato a risolvere. Prova a formulare svolgimento e soluzione. E allora, prosegue l’anonimo grillino: «Un dualismo è sicuramente quello tra Azzolina e Todde. Ma quest’ultima non gode di buona fama per ora». Non solo. In una fase incandescente come quella che il M5S sta attraversando, “Todde si sta allargando troppo, sembra voglia monopolizzare l’attenzione di Conte e cerca di toglierci spazio e visibilità”, prosegue la fonte del quotidiano milanese, aggiungendo che, in risposta all’offensiva rosa delle attiviste, Conte si limiterebbe a «temporeggiare. Ma qui già c’è gente pronta a rivoltarglisi contro»… 

E nel frattempo Giuseppi temporeggia…

Una linea di condotta, quella del temporeggiatore Conte, che mal si sposa con l’interventismo di Alessandra Todde, viceministro allo Sviluppo economico, che, scrive Il giornale, «si è subito precipitata a fare il suo endorsement a favore del candidato sindaco del centrosinistra a Roma: “Non sono romana. Non voto a Roma. Quindi il mio giudizio non è da cittadina. Ma ho lavorato molto bene durante il Conte-2 con Roberto Gualtieri ministro… Quindi credo si capisca chi sceglierei come sindaco». Parole che, se da un lato tirano la volata all’alleato Pd e al suo candidato sindaco. Dall’altro, mirano a blandire il neo-leader del Movimento che, è inutile nasconderlo, è in prima linea a favore di Gualtieri.

Mentre la Raggi prepara la scalata…

Ma in tutto questo, se Conte ha eroso il fondo del barile e e divorato le ultime energie movimentiste, la Raggi dal fronte contrapposto non ha certo deposto le armi. Nonostante la debacle elettorale. E anzi, soprattutto a causa di una corsa e di una sconfitta affrontate quasi in solitaria. Ed è proprio dalla Capitale che Virginia Raggi – membro di quel comitato di garanzia che ha il compito di fare da contraltare proprio alla figura del presidente, tanto caro a Grillo – si prepara a sferrare l’attacco al leader. A riorganizzare le truppe contro il vascello ammutinato che vede Giuseppi al timone, navigare in un mare in tempesta.

… e mette in discussione la traballante leadership di Conte

E dalla sponda delle acque, dove la Raggi aspetta di vedere passare il corpo del nemico. Se infatti, a ridosso della chiusura dei seggi, la Raggi si è affrettata a dichiarare che non avrebbe dato indicazioni di voto. Nelle ultime ore, la ex sindaca grillina ha fatto trapelare di voler incontrare sia Roberto Gualtieri. Sia Enrico Michetti. Con il quale, peraltro, il feeling sembra di ora in ora sempre più palpabile. Una disponibilità alla collaborazione che potrebbe rivelarsi il primo passo della scalata di Virginia al M5S che, è chiaro, passa inevitabilmente per l’ammutinamento di Conte. E la messa in discussione della sua, traballante leadership.

 

 

 

 

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