Brasile, la sinistra cerca di processare Bolsonaro per riprendere il potere: sulla pandemia crimini contro l’umanità

27 Ott 2021 11:55 - di Paolo Lami

Con sette voti a favore e quattro contrari, la Commissione d’inchiesta parlamentare che indaga in Brasile sulla gestione della pandemia da Covid-19 ha approvato il rapporto finale che accusa il presidente, Jair Bolsonaro, di nove reati, tra i quali “crimini di lesa umanità“. Una manovra politica costruita a tavolino dalla sinistra e che si avvale anche di esponenti parlamentari dei partiti vicino a Bolsonaro che vogliono impallinare il presidente brasiliano per questioni di potere interno.

La Commissione, istituita in Senato, su richiesta della sinistra ha dato luce verde al rapporto, messo a punto dal principale relatore, il senatore Renan Calheiros, con sette voti a favore e quattro contrari, secondo quanto riportato da G1.

Calheiros, amicissimo dell’ex-presidente Lula – che ha protetto per anni il terrorista Cesare Battisti ostacolandone l’estradizione in Italia – ha definito Bolsonaro un “serial killer”.

L’approvazione della relazione contro Bolsonaro, giunta al termine di sei mesi di lavoro, implica la richiesta di imputazione per un totale di 78 persone, tra cui lo stesso Bolsonaro, e di due società per reati diversi commessi, sostengono i nemici del presidente brasiliano, durante la pandemia.

Le circa 1290 pagine di messa in stato di accusa verranno ora consegnate alla Corte Suprema e alla Procura brasiliane oltre che alla Corte penale internazionale all’Aja, istanze alle quali si chiede di muovere accuse relative a 9 diversi reati – riguardanti la gestione della pandemia – previsti dalla Corte penale internazionale.

Insomma cambiano le latitudini ma la sinistra non perde il vizio di gettare palate di fango sugli avversari politici cercando scorciatoie giudiziarie per riprendere il potere utilizzando la magistratura anziché cercare, in maniera democratica, di vincere attraverso la legittimazione delle urne e il consenso elettorale.

E, infatti, tra gli elementi a carico il rapporto include discorsi del presidente in pubblico, dichiarazioni contrarie ai vaccini e favorevoli al ricorso alla clorochina, dati relativi ai ritardi nell’acquisizione dei vaccini, contrarietà del governo all’adozione delle misure sanitarie protettive.

Insomma un processo alle opinioni che sembra la fotocopia di quello che sempre la sinistra istruì contro Trump negli Stati Uniti.

Il documento messo a punto da Calheiros, esponente del Movimento Democratico Brasiliano, un partito cosiddetti big-tent, pigliatutto, una potentissima macchina elettorale ma soprattutto clientelare, che ha riunito tantissimi piccoli partitini tutti uniti contro la destra brasiliana, chiede, inoltre, di impedire l’accesso di Bolsonaro alle reti sociali per il “ruolo rilevante” da lui svolto nella diffusione di notizie false sulla pandemia. Esattamente come hanno fatto i democratici contro Trump negli Usa  utilizzando le big-tech.

La gestione di Bolsonaro, sostiene Calheiros nella sua relazione, si è rivelata poco impegnata “nella lotta effettiva alla pandemia e quindi nella tutela della vita e dell’integrità fisica dei brasiliani”.

“In tempi normali – incalza il senatore del Movimento Democratico Brasiliano,  chiedendo di punire Bolsonaro scelto democraticamente dai brasiliani – sarebbe solo un esempio di disprezzabile ciarlataneria pseudoscientifica. Tuttavia, nel pieno di una pandemia globale, il presidente ha contribuito a dar vita ad una mostruosa tragedia”, scrive Calheiros nel rapporto. Che chiede di muovere accuse anche ai tre figli del presidente e a ministri del governo, tra cui l’attuale e il precedente ministro della Salute, Marcelo Queiroga e Eduardo Pazuello, e l’ex-titolare degli Esteri Ernesto Araújo.

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