Boldrini ha già dimenticato le ragazze afghane e si concentra sulla tassa sugli assorbenti

23 Ott 2021 12:11 - di Hoara Borselli
Boldrini

“ Questo non è normale”. Questo il titolo del nuovo libro di Laura Boldrini, uscito il 21 ottobre. Una battaglia di civiltà – ci dice l’ex Presidente della Camera – un libro che fa riflettere sulle discriminazioni e i pregiudizi di tutti i giorni, in ogni ambito della nostra società. Finché continueremo a dire che il trattamento riservato alle donne è normale, perché è sempre stato così, vivremo in un paese arretrato e ipocrita, in cui le prese di posizione contro i divari di genere rimarranno solo scaramucce di facciata, buone per sistemarsi la coscienza ma destinate a non incidere, a non cambiare davvero le cose”.

Parole profonde ma che ahimè stridono con un atteggiamento ondivago e silente rispetto a notizie che ci si aspetterebbe venissero riprese e denunciate da una persona che si dice così sensibile alle donne e ai loro diritti. Purtroppo la solidarietà riservata al genere femminile non trova nella Boldrini un eguale trattamento. Possiamo senza remore parlare di un’alternanza di rumore e silenzio comunicativo a seconda di quali diritti e di quali donne si parli.

Già la drammatica fine della povera ragazza pachistana, Saman, aveva incontrato l’indifferenza assordante di tutte quelle femministe, di cui la Boldrini si erge a paladina, che fino alla fine hanno cercato di astenersi dal dire che il fondamentalismo islamico, radicato anche nel nostro Paese, genera orrori simili.

Abbiamo dovuto aspettare settimane prima di leggere parole riguardo all’atroce fine della ragazza, macchiatasi dell’imperdonabile colpa di voler vivere da occidentale. Nessun post sui social per giorni, nessuna inginocchiata rivendicata, bensì solo poche parole di circostanza in seguito alle marcate perplessità espresse a gran voce da esponenti e sostenitori di destra che non si capacitavano del perché queste valorose paladine si trincerassero dietro quel muro di omertoso silenzio.

E come titola la Boldrini “ questo non è normale”, eh già, non è normale che alla notizia della decapitazione di Mahjubin Hakimi, una giocatrice della nazionale giovanile di pallavolo dell’Afghanistan, rea di voler giocare a viso scoperto, la stessa Boldrini, così sensibile ai diritti delle donne, non si sia precipitata a postare un messaggio di solidarietà ed indignazione per l’accaduto, cercando di tenere un faro acceso sulle discriminazioni laceranti che le donne afghane stanno subendo.

Aprendo il profilo della parlamentare, il primo post dopo l’annuncio della pubblicazione del libro è uno scatto con un tampax in bella vista che titola “ Il ciclo non è un lusso”. “Finalmente si dà una risposta alle donne, ragazze ed associazioni che hanno fatto una battaglia di giustizia insieme a tutte noi”. Capisco il gaudio difficile da controllare rispetto alla notizia che le donne finalmente risparmieranno dieci euro all’anno sulla complessiva spesa dei propri assorbenti, però utilizzare l’espressione “ battaglia di giustizia”, ci sembra un tantino esagerato.
Più che esagerato, distonico per l’assenza di una sola parola, una sola frase, un solo scatto ed un solo post rispetto all’atrocità subita da quella giovane ragazza islamica.

Si rincorrono adesso voci che la ragazza si possa essere suicidata ma credo che questo non cambi nella sostanza, dal momento che se fosse attendibile questa ultima tesi, si sarebbe comunque di fronte a un gesto dettato dalla disperazione. Tale da far pensare ad una ragazzina sorridente e sportiva che non c’era più un valido motivo per continuare a vivere. Tutto questo “ non è normale” e la non solidarietà espressa dalla Boldrini depotenzia ogni sua battaglia per le donne e con le donne, perché i diritti non dovrebbero mai viaggiare a fasi alterne.

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