“Scambio foto della mia ex per pedo”: due minori in comunità per Revenge porn e pedopornografia

12 Set 2021 13:29 - di Redazione
revenge porn

Non c’è limite all’aberrazione. L’ennesima dimostrazione arriva dall’ultimo caso di Revenge porn che la cronaca segnala. Accanto ai reati di detenzione, diffusione e commercializzazione di materiale pedopornografico riguardante anche bambini in tenera età. Un orrore di cui si sono resi protagonisti due adolescenti residenti a Salerno. Nei confronti dei quali, nella mattina di oggi, il giudice per le indagini preliminari. Su richiesta del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Salerno, ha disposto il «collocamento in comunità».

Salerno, Revenge porn e pedopornografia: due minori finiscono in comunità

Ad eseguire le due ordinanze cautelari, la Polizia di Stato di Salerno. E la Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica per i Minorenni di Salerno. Le indagini della Polizia Postale e dalla Sezione di PG dei CC, hanno consentito, in prima battuta, di acquisire gravi indizi di colpevolezza su uno dei minori che ha ceduto ad un suo amico tramite WhatsApp dei video sessualmente espliciti ritraenti la sua fidanzata. «Con il chiaro intento di arrecarle nocumento».

Diffondevano in rete il materiale pornografico ricevuto su chat via Telegram e Whatsapp

Lo sviluppo investigativo ha evidenziato, poi, che il secondo minore – quello che aveva ricevuto il video della ex del suo amico – come di sovente avviene, aveva amplificato e moltiplicato gli effetti, già di per se gravi, dell’illecito. O meglio, per uscire dal linguaggio burocratico che riferisce l’Adnkronos, «mercificava e diffondeva in rete il materiale pornografico ricevuto. Mediante il baratto su chat di gruppo intrattenute su Telegram e Whatsapp. A cui aderivano centinaia di utenti con gli immaginabili “effetti a catena” conseguenti. E non è ancora tutto. L’attività di analisi forense condotta dalla Polizia Postale sui telefoni cellulari in sequestro a carico degli indagati inoltre, ha consentito di accertare, a livello di gravità indiziaria, la detenzione di «un’ingente quantità di materiale pedopornografico, ritraente altre minori anche di età giovanissima».

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