Reddito di cittadinanza: Meloni fa i “disegnini” per i «duri di comprendonio». E zittisce Conte e Pd

6 Set 2021 18:34 - di Eleonora Guerra
reddito di cittadinanza
«Levata di scudi della sinistra e del M5S per difendere il reddito di cittadinanza dalle mie critiche. Lo ribadisco per i duri di comprendonio: lo sviluppo e il lavoro sono i mezzi per liberare la gente dalla povertà, non il mantenimento con la paghetta di Stato per rendere i cittadini dipendenti dalla politica come vogliono fare i 5Stelle e la sinistra». Giorgia Meloni è tornata sul tema del reddito di cittadinanza ribadendo, «per i duri di comprendonio», la necessità di abolire una misura che non combatte la povertà e, anzi, in assenza di politiche per il lavoro, la mantiene «tale e quale».

Il «grandissimo fallimento» del reddito di cittadinanza

«Si possono raccontare tutte le cose che si vogliono, ma il reddito di cittadinanza è stato un grandissimo fallimento, oltre che un disincentivo al lavoro. Noi la povertà vogliamo combatterla davvero… e non mantenerla tale e quale», ha aggiunto Meloni, postando una locandina nella quale si vedono da un lato Letta e Conte, che «difendono il reddito di cittadinanza per lasciare la gente in povertà e succube della politica, disincentivando anche il lavoro», e dall’altro la leader di FdI, che rivendica che «noi chiediamo di investire quei soldi in occupazione per combattere veramente la povertà».

Meloni ribadisce: «È metadone di Stato»

Meloni è finita in particolare nel mirino di M5S e Pd per aver definito il reddito di cittadinanza «metadone di Stato». Una metafora che la leader di FdI ha rivendicato anche oggi, nel corso di un comizio elettorale a Latina. «Ci dicono che siamo impresentabili, ho tutta la sinistra addosso perché ieri ho detto che il reddito di cittadinanza è l’equivalente del metadone di stato. Lo ribadisco. Hanno detto “la Meloni odia i poveri”. Li odia – ha chiarito la leader di FdI – chi li usa, chi li vuole mantenere poveri».

Gli scomposti attacchi di Conte a Meloni

In queste ore giallorossi hanno voluto cavalcare quella metafora fingendo di non capirne il senso e sollevando un polverone. Per Giuseppe Conte, che giusto l’altro giorno nella periferia romana di San Basilio s’è visto rinfacciare da una cittadina tutte le contraddizioni della misura, «la formula “metadone di Stato” suona molto volgare». «È davvero da vigliacchi per degli esponenti politici, che hanno dei trattamenti di tutto rispetto dal punto di vista economico, andare in tv e chiedere l’abrogazione di una misura che nel migliore dei casi arriva 780 euro», ha aggiunto il leader M5S.

La faccia tosta dello smemorato Pd

Questo tema del privilegio è tornato anche nella parole del Pd, lo stesso partito di quella Monica Cirinnà che se la prendeva giusto qualche giorno fa con la cameriera «strapagata» e addirittura messa in regola o di quella Alessia Morani che qualche tempo fa, litigando con l’allora grillino Nicola Morra sui redditi dei parlamentari, disse che «evidentemente chi è a reddito zero non è che nella vita precedente abbia combinato granché». Ecco oggi proprio la Morani si è assunta il compito di sostenere che «affermare, come fa la Meloni, che il reddito di cittadinanza è metadone di Stato è un grave errore e dimostra il suo disprezzo verso i poveri». Più che un attacco, un assist.

Lollobrigida: «Contro Meloni tanti figli di papà»

«Tanti figli di papà accusano Giorgia Meloni di disprezzare i poveri? A differenza loro, lei lo era e ha lavorato ogni giorno della sua vita per conquistarsi quello che ha», ha ricordato il capogruppo alla Camera di FdI, Francesco Lollobrigida. «La povertà si combatte sostenendo chi non può lavorare e dando lavoro agli altri. Vigliacco – ha concluso – è chi ha usato soldi pubblici per costruirsi una sacca di consenso sulle spalle degli imprenditori e dei cittadini onesti che pagano le tasse».

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