Omofobia, il ddl è su un binario morto. Ma Zan si consola con un libro e scrive: «Tanti gay a destra»

6 Set 2021 12:03 - di Valerio Falerni
Zan

«In vacanza a Mykonos ho incontrato un deputato della Lega, del quale mi ricordo cartelli particolarmente aggressivi contro la legge Zan. Stava baciando un uomo». Parola dello stesso Alessandro Zan. Singolare che proprio il padre del controverso ddl sull’omotransfobia usi un tono tanto delatorio per raccontare un bacio gay. E non è l’unica volta nel suo libro (Senza Paura. La nostra battaglia contro l’odio), fresco di recensione sul Fatto Quotidiano. Zan lo ha scritto per restituire attualità al suo testo oggi impantanato nelle secche del Senato. O, forse, come exit strategy nel caso il suo ddl non veda mai la luce. Una sorta di cicatrice a ricordo di uno sfortunato combattimento.

Lo scrive Zan in Senza Paura

Non per niente, stando almeno alla recensione del Fatto, il libro lancia più di un (obliquo) messaggio a chi in Parlamento ha frenato la corsa del ddl Zan. A cominciare dal centrodestra, pullulante – ad avviso dell’autore – di omosessuali. «Oggi in Italia, tra Camera e Senato – scrive infatti Zan -, ci sono 945 parlamentari. Quelli apertamente gay e lesbiche sono quattro: Ivan Scalfarotto, Tommaso Cerno, Barbara Masini e io. È statisticamente impossibile che siamo solo noi quattro e io so per certo che ci sono parlamentari gay in Forza Italia e in Fratelli d’Italia». Ci risiamo: sembra quasi una chiamata in correità. Indugiando, per giunta, sul “dico” e “non dico“, modello pentito che vuol dare ad intendere che è lì lì per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

Il suo testo è impatanato al Senato

Zan, ovviamente, pentito non è. Ma neppure lo sfiora l’idea, quand’anche fosse, che un omosessuale potrebbe dissentire dal suo ddl. Invece, è non solo possibile ma addirittura probabile. Prova ne sia che Scalfarotto, decisivo nel far approvare la legge sulle unioni gay al tempo del governo Renzi, sia oggi il portabandiera di chi invoca profonde modifiche al testo bloccato al Senato. Fossimo in Zan, proveremmo a depurare la crociata contro l’omotransfobia dai suoi propositi inequivocabilmente liberticidi. E dispenseremmo dall’arruolamento bambini e adolescenti. E tratteremmo con più rispetto chi – gay o meno – ha deciso di contrastarla. Se non altro perché democrazia e tolleranza vanno praticate, e non solo predicate.

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