Meloni: «Il nemico si chiama integralismo islamico e vuole la distruzione dell’Occidente»
«L’Afghanistan diventerà nuovamente il rifugio di Al Qaeda o di tanti altri terroristi intenzionati a portare la devastazione nelle nostre città? I talebani ci rassicurano che non sarà così, ma i fatti dicono che il nuovo esecutivo di Kabul è in buona parte costituito da persone identificate come terroristi dall’Onu, compreso il primo ministro». Lo dice Giorgia Meloni, intervenendo, via video, al Senato, al convegno sull’11 settembre, in occasione dei vent’anni dall’evento terroristico.
«Purtroppo il rischio che ciò avvenga – avverte la leader – è concreto e le troppo umane lacrime del presidente Biden, se possono essere state utili a creare empatia con il popolo americano, non ci hanno certo aiutato in questo senso».
Meloni: «L’attacco agli Usa era un attacco alla nostra civiltà»
E poi ancora. «È impossibile togliere dalla mente le immagini apocalittiche dell’attentato più sanguinoso di sempre». «Attacco agli Usa era attacco a nostra civiltà, in questo contesto nacque la guerra in Afghanistan», ricorda Meloni. «Quella guerra aveva due grandi obiettivi, primo la necessità di togliere la copertura di uno stato ai terroristi, e questo è stato raggiunto, poi serviva per porre fine alla narrazione della fragilità militare Usa».
«Errori – spiega – sono successivi, in Iraq, in Iran, le primavere arabe e la guerra in Libia e Siria, fino ad aver trasformato un giusto disimpegno, in fuga disastrosa e umiliante per tutti noi».
«Il nome del nemico è “integralismo islamista”»
«Il nome del nemico è “integralismo islamista” io non voglio ometterlo». «L’Occidente deve fare i conti con un nemico che teorizza e pianifica la sua distruzione. Un nemico che a distanza di vent’anni dagli attentati alle Torri Gemelle continuiamo a non voler citare», sottolinea la leader di FdI. «Chiamarlo con il suo nome è un dovere nei confronti delle migliaia di innocenti che hanno perso la vita nell’attacco dell’11 settembre 2001 alla civiltà occidentale».
«Ora si impongono scelte coraggiose, equilibrare l’alleanza atlantica facendo assumere all’Europa oneri e onori a chi deve avere una propria politica estera, da pari a pari con gli Usa». «Serve un modello di Europa confederale», sottolinea la leader di FdI. «La libertà – conclude – ha un costo, serve l’auto efficienza della difesa europea».