La donna? Un corpo con la vagina. Fa discutere e indigna la definizione della rivista Lancet

26 Set 2021 17:23 - di Adele Sirocchi
donne

Un’ondata polemica ha investito la rivista britannica “The Lancet”, molto accreditata in campo scientifico. Non è piaciuta affatto la citazione di un articolo, messa in prima pagina: «Storicamente, l’anatomia e la fisiologia dei corpi con le vagine sono state trascurate».

Donne ridotte a “un corpo con vagina”

Il pezzo parlava di una mostra sulle mestruazioni al Vagina Museum di Londra. Argomento non facile, tanto che la giornalista a un certo punto anziché nominare le “donne” utilizza appunto la definizione contestata di “corpi con la vagina”. Su Twitter il disappunto è stato immediato.

Il professore Dave Curtis ha disdetto l’abbonamento

Alcuni scienziati hanno disdetto l’abbonamento. Così ha fatto – scrive Libero – “lo psichiatra in pensione e professore dell’University College di Londra Dave Curtis che comunica, indignato, di aver scritto a Lancet «per dire loro di togliermi dalla loro lista di revisori statistici e cancellare il mio abbonamento e non contattarmi mai più per nulla»”.

Si sono risentite anche le femministe

E si sono risentite anche le femministe, come il gruppo “Women Make Glasgow”, che dicono di voler presentare un reclamo formale su quella copertina «disumanizzante e sessista». Ma tra gli indignati ci sono anche gli attivisti dei diritti gay, lesbian, bisexual, trangender, e poi queer, intersexual e perfino asexual, secondo la versione attualizzata d’oltreoceano.

Un giornalista del Telegraph e del Daily Mail accusa infine The Lancet di aver impiegato una definizione non scientifica e offensiva: “Com’è possibile che una delle riviste mediche generali più importanti al mondo apparentemente non sappia cosa sia una donna?! ‘Corpi con vagine’ non è scientifico e incredibilmente umiliante” osserva su Twitter. Anche il professor Geoffrey Miller attacca la rivista: “The Lancet non si vergogna di disumanizzare il vivere, respirare, pensare, percepire le donne come semplici corpi con la vagina?”.

L’offensiva della cancel culture o cultura “woke”

Molti intellettuali da tempo denunciano l’offensiva della cancel culture o cultura woke contro le donne. Tra quanto tempo dire di essere una donna diventerà discriminatorio? O non siamo già in questa fase di annullamento dello specifico femminile? Una fase in cui, come asserisce Michel Onfray, gli esseri umani sono ridotti ad “archivi culturali da plasmare”. Esseri neutri, senza sesso, né religione né patria, perfetti manichini manipolabili dal mercato o tragicamente votati all’infelicità, come sottolineava il filosofo Costanzo Preve.

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