Green pass, nessuna sorpresa dal Senato: passa la fiducia (ma restano le divisioni nella maggioranza)
Il Senato ha approvato la fiducia sul Green pass. Il voto serviva a convertire il decreto di fine luglio che aveva introdotto l’obbligo di lasciapassare per alcune attività dal 6 agosto. La fiducia è passata con 189 voti a favore, 32 contrari e 2 astensioni. Un esito assolutamente scontato, che però non cancella le tensioni nella maggioranza sul provvedimento che, alla Camera, nel voto del 9 settembre, non aveva avuto bisogno di essere blindato.
La conversione del decreto sul Green pass
Il decreto convertito oggi, che proroga fino al 31 dicembre 2021 lo stato d’emergenza nazionale, è quello che ha determinato, tra l’altro, l’accesso con il Green pass ai ristoranti al chiuso, agli spettacoli, alle competizioni sportive, ai musei e mostre, piscine e palestre, sagre e fiere, convegni e congressi, ai centri termali e culturali, nonché sale gioco e sale scommesse. Insomma, quello che ha stabilito delle misure già in vigore.
Il Cdm per l’estensione del lasciapassare
Domani, invece, sul tavolo del governo arriverà il tema delle estensioni. Il Consiglio dei ministri è convocato per le 16, dopo la cabina di regia che invece si terrà alle 10.30. Salvo sorprese, varerà l’obbligo del lasciapassare per i dipendenti della pubblica amministrazione e per il settore privato. Le intenzioni in questo senso sono state ampiamente confermate da diversi ministri, tra i quali Andrea Orlando, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Mario Draghi, oggi, sul tema ha anche incontrato i sindacati.
Salvini prende tempo sul Green pass allargato
Restano però in campo le resistenze della Lega, con Matteo Salvini che ancora stamattina diceva di aver saputo dal ministro Giancarlo Giorgetti che non c’era nulla di definito. «Aspetto di vedere la proposta del governo», sono state le parole del segretario, ma le anticipazioni delle vigilia provocano più di un mal di pancia nel Carroccio. «Il decreto sul Green pass sarà la tomba della rappresentatività democratica della politica. Draghi sta andando avanti mettendo le forze politiche che chiedono un confronto davanti ad un fatto compiuto, non discutibile», ha detto l’eurodeputata Francesca Donato.
I mal di pancia per l’atteggiamento di Draghi & co
«Credo sia ormai un metodo consolidato e mi domando come si possa accettare supinamente questo atteggiamento, specie quando in ballo ci sono la salute e i diritti fondamentali dei lavoratori, sanciti e garantiti dalla Costituzione italiana e dalla Carta Europea dei diritti dell’uomo», ha proseguito Donato, parlando con l’Adnkronos. «L’Italia sarà l’unico Paese in Europa e nell’intero mondo occidentale ad introdurre un obbligo vaccinale, benché surrettizio, esteso praticamente a tutta la popolazione, con effetti devastanti – ha concluso – per la tenuta sociale e democratica della nostra Repubblica».