Giorgetti: «Di Lega ce n’è una sola. Draghi? Vada al Colle e poi si voti subito»

27 Set 2021 9:52 - di Natalia Delfino
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Nessuna spaccatura nella Lega, semmai «sensibilità diverse». A dirlo stavolta è Giancarlo Giorgetti, intervistato da La Stampa, mentre a fargli eco dalle colonne di Libero è il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che bolla come «tutte palle» le ricostruzioni su una spaccatura tra “il partito di Salvini” e quello dei “governatori”. Dunque, nel giorno più difficile per il Capitano, quello in cui emerge l’indagine per droga a carico del suo ormai ex responsabile comunicazione social, Luca Morisi, il partito si compatta intorno al leader, sforzandosi di allontanare l’idea di un Carroccio allo sbando, nella quale, prima che emergessero i dati di cronaca, era stato ricompreso anche il passo indietro di Morisi.

Giorgetti: «Di Lega ce n’è una sola, fatevene una ragione»

Di Lega ce ne è «una sola, fatevene una ragione», ha detto Giorgetti, allontanando l’idea delle due linee. Non esistono «per niente», ha sostenuto il ministro allo Sviluppo economico, emerso da tempo come antagonista interno del segretario. «Al massimo – ha sottolineato – esistono sensibilità diverse». Giorgetti quindi si è affidato a una metafora calcistica: «Direi che in una squadra c’è chi è chiamato a fare gol e chi è chiamato a difendere. Io per esempio – ha sottolineato – ho sempre amato Pirlo. Qualcuno deve segnare, qualcuno deve fare gli assist».

«Draghi? Vada al Quirinale e poi si voti subito»

Il numero due del partito, quindi, si è anche soffermato sulla figura di Mario Draghi. «Vorrei che rimanesse lì per tutta la vita. Il punto è che non può», ha detto a La Stampa, perché «appena arriveranno delle scelte politicamente sensibili la coalizione si spaccherà». «A gennaio – ha proseguito il ministro – mancherà un anno alle elezioni e Draghi non può sopportare un anno di campagna elettorale permanente. Da gennaio la musica sarà diversa. I partiti smetteranno di coprirlo e si concentreranno sugli elettori». Secondo Giorgetti, quindi, «l’interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi le vince».

Fontana: «Sulla Lega spaccata tutte palle»

Anche Attilio Fontana ha smentito l’esistenza di una spaccatura nella Lega, concentrandosi, da presidente di Regione, sull’opposizione spesso sottolineata tra il cosiddetto “partito dei governatori”, che farebbe asse con l’ala più vicina a Palazzo Chigi, e quello del segretario. «Tutte palle. Nessuno nel partito mette in discussione il segretario, che gode della fiducia di tutti», ha detto Fontana a Libero. «Salvini – ha sottolineato il governatore – ha sempre votato a favore dei provvedimenti del governo sul Covid. Nel Paese c’è una tensione tra no vax e talebani della profilassi che crea solo confusione. La Lega ha assunto una posizione responsabile, di ascolto e dialogo, facendo presente tutte le problematiche di un’eccessiva estensione del Green pass. La posizione moderatamente critica assunta da Salvini è più funzionale al dibattito e all’estensione del vaccino». Per Fontana, quindi, «si è troppo romanzato riguardo la posizione della Lega su vaccini e Green pass».

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