Foibe, oggi “zero tituli” per Montanari sul “Fatto”. Travaglio torna ad occuparsi di Ruby e B.

2 Set 2021 20:59 - di Lando Chiarini
Montanari

Neppure una virgola e zero tituli. Il day after del Fatto Quotidiano all’indomani dell’intervista ad Alessandro Barbero su foibe e Tomaso Montanari è piatto come un deserto. Neppure un avviso – tipo Rai delle origini – per assicurare che la crociata del Prof taroccatore contro le «falsificazioni della storia da parte dei neofascisti» “riprenderà appena possibile”. Gli unici (fiochi) segnali di vita sono arrivati dal Manifesto e da un tweet contro il Foglio vergato personalmente dallo studioso (ora si chiamano così quelli come lui) negazionista. La verità? È passato solo un giorno e già ci manca. Anzi, ci mancano: Montanari, ma anche Marco Travaglio. E chissà che non c’avevamo visto giusto a dire che il primo rischiava di diventare una zavorra per il secondo.

Montanari difeso dal Manifesto

E vorremmo vedere: uno beccato in flagranza di falsificazione del numero dei morti infoibati – prima 800 e poi 5000 – farebbe arrossire persino uno spudorato, figuriamoci un giornalista come Travaglio, da sempre a suo agio più nei panni di Andrej Vyšinskij che in quelli di Perry Mason. Dipendesse da lui, l’indifendibile Montanari ora gli piacerebbe averlo contro. E semmai sbertucciarlo come per molto meno riuscì ad Indro Montanelli con il compianto Aldo Aniasi. Ricordate? L’ex-sindaco socialista di Milano era diventato presidente della commissione Cultura della Camera. Montanelli pensò bene di dedicargli uno dei suoi abrasivi Controcorrente: «Effettivamente Aniasi è un uomo còlto – scrisse -, anche se mai sul fatto». Mitico.

Il direttore torna al suo vero core business

Travaglio invece non può perché Montanari è (stato) còlto proprio sul suo Fatto. Più che scontato, quindi, che dopo un paio di articoli e l’intervista a Barbero, abbia deciso di passare per competenza la pratica ai ben più ideologicamente attrezzati compagni del Manifesto. Se la districassero loro tra foibe, numero degli infoibati e massacratori titini. Travaglio non è tagliato per le dispute storiche. La sua penna è fatta per la cronaca, specie quella a base di avvisi di garanzia e di manette. Oggi silenzio su Montanari e grancassa sul processo Ruby-ter, con annesso monitoraggio delle condizioni di salute dell’odiato B.: l’immarcescibile Berlusconi, suo vero e insostituibile core business. Chiamalo fesso…

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