Milano, la farsa della grillina Pavone: si candida a sindaco, ma spera di fare l’assessore con Sala

23 Ago 2021 18:52 - di Valerio Falerni
Pavone

Gli avari sondaggi le assegnano il ruolo di terzo incomodo (neanche tanto, per la verità) tra Giuseppe Sala, candidato della sinistra, e Luca Bernardo, espressione del centrodestra. Ma Layla Pavone, manager nonché candidata Cinquestelle a Milano, non si rassegna a recitare la parte del vaso di coccio tra i vasi di ferro. E, stando almeno alle parole, non va in panico né nessuno dei suoi più accreditati competitori. Anzi, rilancia in un’intervista all’Adnkronos, «sono loro che dovrebbero temere me». Tanto più, aggiunge,  che «non bisogna mai dare nulla per scontato nella vita, figuriamoci in un’elezione».

La Pavone è consigliere del Fatto Quotidiano

Come darle torto. Una speranza, si sa, non si nega a nessuna. E la Pavone ha non solo il diritto ma persino il dovere di credere fino in fondo all’obiettivo che Conte le ha affidato. Sempre che consista davvero nel competere con Sala e Bernardo per la poltrona più alta di Palazzo Marino. In realtà, la modalità con cui il M5S è arrivato alla sua designazione lascia pensare a ben altro. Ad individuare la Pavone, che tra i tanti incarichi ricopre anche quello di consigliere indipendente della Seif, società editrice del Fatto Quotidiano, non è stata infatti la base, o quel che ne resta, ma il vertice del MoVimento. Gli attivisti locali avevano scelto Elena Sironi, consigliera uscente di Municipio. Poi, però, è intervenuto Conte e, al termine di un confronto cui ha partecipato anche la Pavone, è stata la stessa Sironi ad annunciare il cambio di cavallo.

Operazione Conte-Travaglio

L’impressione è che l’attuale candidata abbia profilo più rispondente a quello di possibile assessore in un’eventuale giunta Sala. Obiettivo raggiungibile nel caso in cui al ballottaggio i grillini dirotteranno i propri voti sul candidato della sinistra. Dirlo in anticipo non conviene perché demotiverebbe i duri e puri. Ma l’operazione serve a Conte per continuare a coltivare la speranza di un ritorno a Palazzo Chigi in veste di federatore della sinistra, ruolo per il quale si va spendendo con crescente intensità Marco Travaglio. Milano, insomma, val bene una farsa. Anche se agghindata nella ruota del… Pavone.

 

 

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